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Bonaccini: sulle autonomie tavolo con tutte le professioni sanitarie

23 Febbraio 2019

Sulle autonomie differenziate le Regioni si preparano a istituire un tavolo di confronto con tutte le professioni sanitarie, per discutere di devolution «nella consapevolezza che il tema si coniuga con il principio di un Servizio sanitario nazionale, unico, universale e solidale». Lo ha annunciato ieri il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che riveste anche la carica di governatore dell’Emilia Romagna. «Per noi il Paese è uno e indivisibile» ha detto «e il sistema sanitario nazionale è parte essenziale di questo patto di cittadinanza: tutti i cittadini, a prescindere dalla loro condizione sociale e dal luogo in cui nascono e vivono, hanno uguale diritto di acesso ai servizi cruciali, a partire da quello sanitario e scolastico». La richiesta di autonomie aggiuntive proveniente dall’Emilia Romagna, dunque, «non mortifica tale assunto, ma mira a rimuovere gli ostacoli che impediscono oggi alla Regione di fare ancora meglio, senza sottrarre un solo euro ai cittadini del resto del Paese».

L’annuncio di Bonaccini ha subito raccolto l’apprezzamento della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) e degli infermieri (Fnopi). «Le autonomie regionali» ha ricordato Filippo Anelli, presidente della Fnomceo «sono previste dalla Costituzione, che vuole avvicinare lo Stato ai cittadini. Noi non siamo per una guerra tra Nord e Sud, siamo per la difesa dei soggetti fragili e per la salvaguardia dei diritti: il diritto alla tutela della salute e quello all’uguaglianza nell’accesso alle cure su tutto il territorio italiano, garantita dal Servizio sanitario nazionale». «Non chiediamo di meglio che un tavolo per un dialogo continuo con le Regioni basato sullo scambio di opinioni» ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi «sarà un utile momento di confronto anche per una valutazione dell’impatto con dati reali delle proposte di autonomia presentate dalle Regioni capofila, in modo da misurare l’effetto di queste riforme sulla finanza pubblica, sulla tenuta di tutti i servizi sanitari regionali, sulla mobilità interregionale, sui diritti dei pazienti e sull’equità dell’assistenza».