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Cannabis light, dal Consiglio superiore di sanità alt alla libera vendita

22 Giugno 2018

Non ci sono certezze sull’innocuità della cannabis light. E’ quanto afferma il Consiglio superiore di Sanità in un parere richiesto dal ministero della Salute per una valutazione sul fenomeno dei cosiddetti “canapa shop”, i negozi che commerciano «prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa» con una quantità di Thc compresa tra lo 0,2 e lo 0,6%. I fiori sono residui delle forniture di canapa utilizzate dall’industria per la produzione di tessuti o cosmetici e vengono solitamente venduti in bustine, non solo nei negozi specializzati (sono ormai più di 400 in tutta Italia) ma anche in alcune tabaccherie. Ne risulta un mercato che tocca ormai i 40 milioni di euro di fatturato annuo e promette di crescere ancora, perché la terra coltivata a canapa è aumentata di 10 volte nell’ultimo quinquennio, dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4.000 stimati per il 2018 (fonte Coldiretti).

Ora “l’alert” del Consiglio superiore di sanità, che nel parere riferisce di «non poter escludere la pericolosità della cannabis light» e dunque raccomanda di vietarne la libera vendita. Difficile però che una decisione possa essere presa a breve: come ha spiegato ieri il ministro Grillo, il parere era stato chiesto a febbraio e la risposta del Css è arrivata ad aprile; chi c’era prima di lei (Beatrice Lorenzin) si è quindi rivolta all’avvocatura generale dello Stato per un ulteriore parere, da formulare dopo aver sentito presidenza del Consiglio e dicasteri dell’Interno, Economia, Sviluppo economico, Agricoltura e Infrastrutture. «Non appena riceverò tali indicazioni» ha detto Grillo ai giornalisti «assumerò le decisioni necessarie d’intesa con gli altri ministri».

«Condivido pienamente il giudizio del Consiglio di stato» è il commento di Paolo Vintani, vicepresidente di Federfarma Milano «l’indicazione di vietare la vendita della cannabis light è più che legittima. Non sono tra quelli che ritengono che la marijuana sia l’anticamera delle droghe pesanti, ma la definizione di cannabis light non vuol dire nulla e i rischi non sono pari a zero. Meglio che la vendita sia riservata alla farmacia».