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Carenze di farmaci anti-covid, l’Ema annuncia monitoraggio accelerato

23 Aprile 2020

Per prevenire e contrastare le carenze di farmaci nei trattamenti dei pazienti affetti da covid-19 scende in campo anche l’Ema. L’Agenzia europea dei medicinali, infatti, ha annunciato l’alto ieri il via finale a una versione evoluta e accelerata del Sistema i-Spoc, la rete per il monitoraggio degli approvvigionamenti organizzata di concerto con l’industria farmaceutica e gli Stati Ue. In sintesi, si tratta di un osservatorio appoggiato a una rete di contatti chiamati appunto i-Spoc (industry single point of contact): designati dalle singole aziende farmaceutiche, questi referenti dovranno segnalare all’Ema e alle autorità nazionali «tutte le carenze attuali e previste, sia per quanto riguarda i medicinali autorizzati a livello centralizzato sia quelli autorizzati a livello nazionale».

Il nuovo meccanismo, spiega l’Agenzia europea in una nota, consentirà «una supervisione più puntuale delle problematiche in atto legate all’approvvigionamento e garantirà un flusso di informazioni più rapido tra le autorità regolatorie dell’Ue e l’industria farmaceutica, al fine di mitigare e prevenire le carenze dei medicinali usati durante l’emergenza sanitaria».

L’Ema coordinerà le informazioni ricevute dalle aziende farmaceutiche e le condividerà con il Comitato dell’Ue per le carenze di medicinali da grandi eventi, che a sua volta deciderà le azioni da intraprendere a livello comunitario. A causa dell’elevato numero di aziende coinvolte, il sistema i-Spoc si svilupperà in due fasi: la prima, avviata venerdì 17 aprile, si concentrerà sulle carenze attuali o previste di un sottogruppo di medicinali autorizzati e commercializzati nel Mercato unico e utilizzati nel trattamento di pazienti in unità di terapia intensiva ospedaliera (anestetici, antibiotici, farmaci per la rianimazione e miorilassanti eccetera); la seconda fase si concentrerà sulla segnalazione di carenze per una gamma più ampia di medicinali, sempre utilizzati nel trattamento dei pazienti con covid-19.