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Convenzione e diagnostica al palo, i medici di mg minacciano autunno caldo

15 Luglio 2020

Il prossimo potrebbe essere un autunno molto caldo per i medici di famiglia, almeno dal punto di vista sindacale. Lo fa capire l’ultimatum trasmesso a Governo e Regioni dalla Fimmg – la più rappresentativa tra le sigle di categoria – perché sanino entro due mesi tutte le criticità che ancora gravano sulle cure primarie. L’elenco, compilato sabato scorso dal Consiglio nazionale del sindacato, è corposo e va dai progetti sostenuti da alcune Regioni (Veneto in testa) per il passaggio dei mmg dall’area convenzionata alla dipendenza, ai possibili piani di sviluppo delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale per i pazienti covid domiciliarizzati, che la Fimmg vorrebbe perimetrare nei minimi dettagli: vada per la collaborazione con i medici di mg, magari da istituzionalizzare nella cornice della convenzione di settore, ma guai a ogni tentativo di sostituirli, a partire dalla Continuità assistenziale.

Altra ferita da rimarginare la paralisi delle trattative per il rinnovo della convenzione, che le Regioni tendono a coprire con «atti dirigenziali unilaterali da parte delle direzioni e dei funzionari pubblici». Per non parlare della «indennità negata ai familiari dei mmg per covid», quando invece l’Inail ha allargato all’infezione da coronavirus il concetto di infortunio sul lavoro o malattia professionale a beneficio dei dipendenti».

Infine, ecco il richiamo al ministero della Salute perché si traduca in realtà il progetto di potenziamento della capacità diagnostica di primo livello della medicina generale, cosi come prevista dalla Legge di bilancio 2019 (che aveva stanziato allo scopo 236 milioni di euro). Al riguardo, la richiesta della Fimmg è che il Ministero intervenga con un’ordinanza che non soltanto dia seguito alle disposizioni della Manovra in materia di diagnostica, ma coinvolga anche la mg negli screening sierologici del personale docente e non programmati dal Governo in vista della riapertura delle scuole. «La medicina generale vuole partecipare a programmi strutturali» è la rivendicazione della Fimmg «non a fare da “tappabuchi”».