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Dalla “presunta” bozza del Patto per la salute i piani del Ministero sul farmaco

25 Marzo 2019

Un decreto ministeriale che impartirà all’Aifa le linee guida per rinegoziare i prezzi dei farmaci e una nuova stagione di collaborazioni tra le centrali di acquisto regionali, per strappare condizioni di acquisto più vantaggiose su medicinali e dispositivi. Sono le due colonne sulle quali si dovrebbe reggere il governo della spesa farmaceutica Ssn secondo la «bozza di Patto per la salute» anticipata venerdì da Quotidiano Sanità. Per il giornale si tratterebbe di una piattaforma negoziale provvisoria approntata dal Ministero in vista della trattativa con le Regioni, un testo risalente alla fine di febbraio e mai consegnato ai governatori visto lo stallo in cui è caduto il confronto politico. Per il dicastero, intervenuto a stretto giro con una nota di commento all’articolo, è soltanto un documento di lavoro interno, redatto per di più senza la partecipazione del gabinetto del Ministro.

Comunque sia, il documento diffuso da Quotidiano Sanità merita in ogni caso un’analisi, se non altro per quello che suggerisce rispetto ai desiderata del Governo. Se poi aggiungiamo che nel testo c’è un paragrafo dedicato ai fattori produttivi e quindi alla spesa farmaceutica pubblica, una lettura proprio non si può negare. Sia chiaro, nessuno si aspetti indicazioni già nette e puntuali, in effetti a un vaglio critico la bozza ha tutte le caratteristiche di un documento di lavoro in uno stato di elaborazione ancora precoce. In tema di sostenibilità della farmaceutica, però, i punti chiave sembrano già lì: l’asse portante – come si legge nel testo Ministero – è sempre rappresentato dal documento sulla governance presentato a dicembre, sulla base del quale il Ministero produrrà un decreto che detterà all’Aifa «i nuovi criteri e le modalità per determinare, mediante negoziazione, i prezzi dei farmaci rimborsati dal Ssn». Un’anticipazione, come i farmacisti ricorderanno, è già giunta nelle settimane scorsa con il taglio dei prezzi dei Nao (un’operazione pressoché indolore per le farmacie perché si tratta di specialità distribuite principalmente in dpc), a breve è atteso un altro intervento sui medicinali per la bpco.

Per contenere la spesa farmaceutica, il Ministero sembra voler puntare – oltre ai prezzi – anche agli acquisti centralizzati. Lo strumento, come noto, è utilizzato massicciamente da alcune Regioni, che hanno anche tentato la strada del bando di gara sovraregionale (celebre quello del novembre scorso su un biosimilare antireumatologico, lanciato dal Piemonte anche per Lazio, Sardegna, Valle d’Aosta e Veneto e chiuso con un ribasso del 65%). Ed ecco allora che la bozza propone non soltanto «l’avvio di un processo di benchmarking tra le diverse realtà a sostegno della razionalizzazione dei costi e del recupero dei margini di efficienza», ma anche «collaborazioni tra le centrali di committenza, con particolare riferimento a quelle relative alle regioni commissariate». Rientra in questa cornice, ricorda la bozza, il recente intervento del Ministero nei confronti dell’Oms, alla quale è stata richiesta una risoluzione sulla trasparenza dei prezzi dei farmaci: informazioni più puntuali sui reali costi sostenuti dalle industrie e sugli effettivi risultati degli studi clinici, è il ragionamento, consentirebbero alle autorità regolatorie negoziazioni più oculate su registrazioni e rimborsabilità.