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Decreto celiachia, approvazione rinviata ma intanto le disposizioni non rallegrano

22 Marzo 2018

Slitta l’approvazione in conferenza Stato-Regioni del decreto ministeriale sull’assistenza ai celiaci che rivede al ribasso le fasce di rimborso per l’acquisto di prodotti “gluten free”. L’esame del provvedimento era tra i punti all’ordine del giorno della seduta di ieri, ma il report prodotto in serata dal sito della Conferenza ne attesta il rinvio per ragioni ancora da chiarire. Se ne dovrebbe sapere di più oggi, intanto è d’obbligo registrare che le disposizioni del decreto promettono ricadute non particolarmente rosee sul canale farmacia. Innanzitutto ci sono i già citati aggiornamenti ai tetti di spesa: tutte le fasce di età fino ai 17 anni vedono un aumento dei rimborsi (6 mesi-5 anni 56 euro, 6-9 anni 70 euro, 10-13 anni 100 euro per i maschi e 90 euro per le femmine, 14-17 anni 124 euro per i maschi e 99 euro per le femmine); dai diciott’anni invece i tetti di spesa calano: 18-59 anni 110 euro per gli uomini e 90 per le donne, over 60 89 euro per i primi e 75 euro per le seconde. Risultato, i tetti di rimborso calano in media del 19%, per una spesa inferiore di oltre 30 milioni di euro.

Per l’Aic, l’Associazione italiana celiachia, la platea dei 200mila italiani che usufruiscono di tali rimborsi non ne soffrirà perché la sforbiciata ai tetti «non compromette l’assistenza ai pazienti perché è una revisione razionale, che tiene conto dei fabbisogni energetici definiti dalle più recenti evidenze scientifiche e della riduzione dei costi degli alimenti senza glutine». Rispetto al 2006, anno di pubblicazione dell’ultimo decreto ministeriale sulla celiachia, i prezzi medi di pane, pasta e farina sono calati del 7% in farmacia e anche del 33% nella grande distribuzione, ricorda l’Aic. La revisione delle fasce di rimborso, assicura l’Associazione, è stata effettuata tenendo come riferimento i prezzi praticati in farmacia, ma è difficile che dalla sforbiciata ai tetti non derivi un’ulteriore migrazione dei consumatori verso la gdo, dove i prezzi più bassi si traducono in un potere di acquisto maggiore.

Agevolerà il fenomeno la digitalizzazione dei buoni acquisto, obiettivo che l’Aic intende raggiungere nel più breve tempo possibile grazie al tavolo avviato nel novembre scorso con il ministero della Salute e quello della Funzione pubblica. «Vogliamo buoni digitali che possano essere spesi in qualsiasi canale di vendita e anche fuori dalla Regione di residenza» ha detto il presidente dell’Associazione, Giuseppe Di Fabio. Per ora – dicono i dati dell’Aic – sono soltanto quattro le Regioni che si sono attrezzate, mentre in circa metà del Paese è possibile spendere i buoni per il gluten free non solo nelle farmacie ma anche nei negozi specializzati e nei supermercati. L’intenzione è quella di assicurare ai celiaci le stesse possibilità dappertutto e così alle farmacie non resta che un’unica consolazione: soltanto nell’ultimo anno la platea degli “intolleranti” al glutine è cresciuta di 16mila individui e in media si allarga di anno in anno di 10mila persone alla volta. Il mercato in sostanza è in espansione, la competizione anche.