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Ema, su vaccinazione eterologa prove ridotte. Moratti: rassicurati da Aifa

18 Giugno 2021

Spetta agli Stati Ue decidere come vogliono usare i vaccini nell’ambito della loro campagna contro Sars-CoV2. Lo ha detto ieri Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e prodotti terapeutici per covid-19 dell’Ema, durante un briefing con la stampa. «Entrambi i vaccini a vettore adenovirale (AstraZeneca e Johnson & Johnson, ndr) evidenziano un rapporto rischio-beneficio positivo nelle fasce di età dai 18 anni in su» ha ricordato l’esperto, e Vaxzevria «è stato approvato per una somministrazione in due dosi, da effettuare in un intervallo tra quattro e dodici settimane». Se un Paese, per varie ragioni, decide di mixarlo con un vaccino mrna, la scelta è sua. «Sulla base delle prove che abbiamo questa opzione non comporta problemi» ha concluso Cavaleri «ma il livello di prove è basso e perciò occorre restare vigili».

Intanto in Italia le disposizioni sulla vaccinazione eterologa continuano a suscitare le perplessità di alcune Regioni. L’assessore alla Salute del Lazio Alessio D’Amato, per esempio, se l’è presa ieri con la circolare del ministero della Salute e la determina di Aifa: «La prima è perentoria la seconda è possibilista» ha osservato «basta leggere bene l’articolo 2: non esclude che il medico possa decidere in scienza e coscienza quale tipo di vaccino somministrare, avvalendosi del meccanismo dell’off label. Oppure dobbiamo obbligare all’eterologa? Per me sarebbe un errore, la via più efficace è quella della persuasione».

Per D’Amato, piuttosto, «al primo posto andrebbe messo il raggiungimento dell’obiettivo della campagna, cioè immunizzare la popolazione nel più breve tempo possibile. Meglio somministrare una doppia dose di Vaxzevria a chi la chiede, dopo avergli fatto firmare uno specifico consenso informato, piuttosto che negare la seconda dose». Da considerare, poi, che «molti assistiti, specie insegnanti e docenti universitari tra 50 e 60 anni, ci scrivono per chiedere di non cambiare vaccino e fare anche la seconda dose con Vaxzevria, in quanto non sono convinti che il mix sia sicuro. Non si possono trascurare le loro obiezioni, che riguardano il 10% dei vaccinandi».

In Lombardia intanto sono scattate ieri le vaccinazioni eterologhe per gli under 60 che avevano ricevuto la prima dose con AstraZeneca. Sono 17.733, ha riferito l’assessorato lombardo al Welfare, i cittadini che riceveranno il richiamo con un vaccino mrna Pfizer o Moderna, ed entro lunedì «verranno recuperate tutte le 42mila somministrazioni sospese tra il 12 e il 16 giugno». Anche la Lombardia aveva chiesto nei giorni scorsi rassicurazioni sul mix vaccinale e ieri, come ha scritto su Twitter l’assessore al Welfare, Letizia Moratti, le risposte sono arrivate. «Ho chiesto e ottenuto da Aifa rassicurazioni sul vaccino da somministrare al posto di AstraZeneca per le seconde dosi negli under 60, per avere le più ampie garanzie a tutela della salute dei cittadini». In Lombardia la somministrazione di AstraZeneca, finora, non aveva incontrato le difficoltà registrate in altre regioni.