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Farmaci, Rapporto 2019 della Corte dei Conti: la convenzionata regala 800 milioni all’ospedaliera

30 Maggio 2019

Nell’anno passato la spesa farmaceutica convenzionata – cioè quella di fascia A che passa dalle farmacie del territorio – ha “regalato” quasi 800 milioni di euro all’ospedaliera. Lo dice il Rapporto 2019 della Corte dei Conti sulla finanza pubblica, la relazione con cui ogni anno la magistratura contabile fa il punto sulle cifre dell’ultimo consuntivo. Nessuna sorpresa dal capitolo dedicato alla spesa farmaceutica del Ssn, che conferma quanto già aveva certificato l’Aifa poco più di un mese fa: anche nel 2018 la convenzionata chiude ampiamente sotto il proprio tetto di spesa, pari al 7,96%, mentre la spesa per acquisti diretti (cioè ospedaliera più dd-dpc, pari al 6,89%) sfonda abbondantemente obbligando al ripiano Regioni e industrie.

I numeri della Corte dei conti, però, mostrano grandezze nettamente maggiori, che i farmacisti titolari accoglieranno con qualche mal di pancia: la spesa convenzionata, infatti, chiude l’anno con un “avanzo” di 803 milioni di euro, dato dalla differenza tra il budget messo a bilancio – poco meno di 9 miliardi – e quanto effettivamente speso, circa 8,2 miliardi. Nelle sue analisi la magistratura contabile considera tale avanzo un vero e proprio “regalo” alla spesa per acquisti diretti: per quest’ultima, infatti, il 2018 si chiude con uno sfondamento di oltre 2,2 miliardi di euro (7,8 miliardi il budget, 10 miliardi la spesa a fine anno), dal quale però il Rapporto “sottrae” gli 800 milioni avanzati alla convenzionata per affibbiare a pié di lista all’ospedaliera uno sfondamento di 1,4 miliardi di euro.

Il ristorno è soltanto contabile, perché al momento la legge non consente di spostare gli avanzi tra i due compartimenti (stagni) della spesa farmaceutica Ssn. Ciò significa che quanto la convenzionata avanza se lo terranno le Regioni (ciascuna per la quota risparmiata), il disavanzo da 2,2 miliardi dell’ospedaliera verrà invece ripianato “fifty-fifty” dalle stesse Regioni e dall’industria farmaceutica. Ci guadagna la parte pubblica, che divide le perdite e tiene per sé tutti gli avanzi, il che spiega perché Farmindustria insista tanto per un intervento legislativo che consenta di contabilizzare sull’ospedaliera gli avanzi della convenzionata (oppure rivedere il meccanismo dei tetti). E’ uno dei temi che dovrebbe discutere il tavolo sulla governance farmaceutica aperto la settimana scorsa da Ministero e Regioni nell’ambito della trattativa sul nuovo Patto per la salute, eventualità che non vede Federfarma particolarmente felice: passasse un provvedimento di questo genere, Regioni e industria avrebbero un forte incentivo a ricavare il massimo risparmio dalla convenzionata, che finirebbe nel ruolo della cenerentola rispetto alle due sorelle della spesa ospedaliera e della dd-dpc. Con quei numeri, la Corte dei Conti ha soltanto prefigurato quella che dall’anno prossimo potrebbe essere una delle novità della governance del farmaco.