attualita

Fatturato Ssn, il malcontento delle farmacie che ci rimettono

13 Dicembre 2018

Esplode in Consiglio delle Regioni il malcontento delle rappresentanze territoriali di Federfarma che dalle nuove regole sul fatturato Ssn lamentano più danni che benefici per le loro farmacie. La Lombardia era stata la prima, lunedì scorso, a tracciare una stima – nettamente negativa – degli effetti della norma (il comma 293 del ddl Bilancio); nella seduta di ieri del parlamentino federale del sindacato altre associazioni hanno messo sul tavolo valutazioni analoghe. Federfarma Trento, per esempio, ha parlato di provvedimento «disastroso» sul quale la Federazione deve intervenire quanto prima. Le farmacie della provincia, infatti, si vedrebbero costrette a computare nel fatturato di riferimento l’integrativa, con l’effetto che una ventina almeno di esercizi (sui 140 del Trentino) finirebbe per superare la soglia dei 450mila euro e perdere le agevolazioni di legge. Non più di 5 o 6, sull’altro piatto, le farmacie sotto i 150mila euro che invece usufruirebbero dell’abrogazione dello sconto Ssn (1,5%). Stesso discorso a Bolzano: in base alle stime dell’associazione provinciale, ha detto il presidente Matteo Bonvicini, risulterebbero danneggiate una trentina di farmacie (sulle 130 della provincia), mentre a beneficiare dell’abrogazione dello sconto sarebbero non più di tre.

Valutazioni nettamente negative anche dal Veneto: pur senza dare numeri sulle farmacie che perdono e quelle che invece beneficiano dei due interventi, il bilancio è pessimistico: le farmacie venete, ha detto in sintesi il presidente di Federfarma Regionale, Alberto Fontanesi, dovranno dare più di quello che ricevono. Dalla Calabria invece sono giunte critiche soprattutto all’operato della presidenza: anche qui le nuove regole comporteranno sacrifici (il ticket rappresenta la variazione più importante rispetto alle attuali modalità di computo), ma ciò che più non è piaciuto – come ha spiegato il presidente di Federfarma Cosenza, Alfonso Misasi – è l’assenza di dibattito e confronto che ha caratterizzato la gestione del provvedimento. Bilancio negativo anche per l’Umbria, dove attualmente le farmacie escludono dal fatturato di riferimento tutte le voci (come in Lombardia): passasse il provvedimento, ha riferito il presidente Augusto Luciani, il 30% circa degli esercizi rischierebbe di perdere le agevolazioni. Ed è per questo che in Consiglio la rappresentanza umbra si è aggiunta alle altre per esortare il sindacato a modificare il testo nel passaggio al Senato

Nel corso della discussione non sono mancati interventi a sostegno del provvedimento, da parte di quelle regioni che invece vedono i benefici prevalenti rispetto alle penalizzazioni. E’ il caso di Marche e Puglia, che hanno rinfacciato alle altre associazioni mancanza di sensibilità nei confronti delle farmacie in maggiore difficoltà. A rispondere Alfredo Orlandi, segretario di Federfarma Abruzzo, secondo il quale non dovrebbe essere di un sindacato sostenere un provvedimento che di fatto toglie ad alcuni per dare ad altri. Osvaldo Moltedo, presidente di Federfarma Lazio e segretario nazionale della Federazione, ha invece ricordato che tra le regioni penalizzate c’è anche la sua e ha ripercorso a ritroso la genesi dell’emendamento. Resta il fatto, ha però ricordato nel suo intervento Giampiero Toselli, delegato di Federfarma Lombardia, che l’intervento della Federazione dal quale scaturì il parere del ministero della Salute del gennaio scorso ha innescato un contenzioso che oggi termina con un provvedimento penalizzante per molte piccole farmacie. Se l’obiettivo era aiutare i farmacisti di quelle regioni dove le regole per il computo del fatturato Ssn sono più svantaggiose, si è chiesto Toselli, perché non è stata mobilitata quella task force che nei programmi elettorali della presidenza avrebbe dovuto girare per l’Italia e affiancare le unioni regionali nei loro negoziati con le regioni? Dove i sono i “super manager” che il sindacato aveva formato con un corso per il quale sono state spese tempo e risorse? «Sbaglia chi difende il provvedimento della Manovra sostenendo che c’è ridistribuzione di risorse tra farmacie» ricorda Toselli a FPress «qua di fatto si tolgono risorse, non si ridistribuiscono».