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Furti di farmaci: in calo gli assalti ai Tir, ospedali più vulnerabili

17 Aprile 2018

Preziosi come gioielli tanto da far gola sempre di più alla criminalità. Sono i farmaci antitumorali e antiepatite, ma non solo, diventati l’obiettivo numero uno di furti e rapine. Un fenomeno sempre più florido che soprattutto negli ultimi anni sta cambiando pelle come dimostrano le recenti cronache. «In ambito italiano e europeo si sta assistendo ad una diversificazione degli obiettivi da parte delle organizzazioni criminali che hanno abbandonato le rapine a grosse spedizioni su strada (-50% negli ultimi 5 anni), in virtù anche dell’aumento dei sistemi di sicurezza, e si sono concentrate su obietti forse meno remunerativi ma molto più semplici: le farmacie degli ospedali e i prodotti sperimentarli (+15-18%)». Lo spiega all’Adnkronos Salute Franco Fantozzi, rappresentante italiano del Pharmaceutical security Institute. Organizzazione internazionale che riunisce gli esperti di sicurezza delle aziende farmaceutiche.

«Le farmacie ospedaliere» prosegue Fantozzi «sono normalmente più vulnerabili rispetto ai depositi. E le medicine sperimentali lo sono ancora meno perché spesso sono conservate in reparto o in laboratori». Secondo gli ultimi dati del report dell’Aifa gli assalti ai tir hanno mostrano una parabola discendente negli ultimi 5 anni: il picco si registra nel 2013, quando i furti di farmaci arrivano a rappresentare il 20% di tutte le razzie subite in Italia dal settore del trasporto. L’anno dopo calano al 14% e nel 2015 crollano al 3%, un valore molto vicino alle medie europee (stabili nel triennio tra l’1 e il 2%).

Ma dove finiscono le centinaia di migliaia di confezioni sottratte al mercato ufficiale? «In una rete di riciclaggio che li porta all’estero o in canali sommersi/paralleli a quelli ufficiali» ricorda Fantozzi «i farmaci rubati finiscono in Medio Oriente e Nord Africa, che accolgono anche i deviati, ovvero quelli che escono dalla catena legittima. Il Nord Africa riceve gli oncologici o gli anti-epatite ma da lì ripartono per i Paesi Ue dove questi farmaci costano di più. Insomma una lucrosa triangolazione».

Da notizia per addetti ai lavori, oggi il fenomeno sta diventando serio: «Un furto ad un grossista o ad un distributore» conclude l’esperto «vuole dire che alla farmacia ospedaliera non arriverà il medicinale che i pazienti in cura stanno aspettando. Immaginatevi cosa può accadere quando parliamo di medicine salvavita».