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L’Altems: spendere in vaccini assicura ritorni fiscali e risparmi previdenziali

9 Maggio 2019

Ogni euro investito in vaccinazioni ne restituisce in media 2,5 di gettito fiscale e 20 di risparmi previdenziali. È la stima che l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’università Cattolica di Roma ha presentato l’altro ieri a medici, economisti e rappresentanti dei ministeri di Salute, Economia e Finanze, riuniti nella capitale per il convegno della stessa Altems sulla vaccinazione consapevole. «Abbiamo messo a punto un modello di simulazione» ha spiegato Matteo Ruggeri, economista sanitario e docente dell’Università Cattolica «per stimare quale fosse l’impatto di politiche vaccinali riguardanti l’influenza, lo pneumococco e l’Herpes Zoster».

In tutti e tre i casi, benefici e perdite di produttività sono inferiori al Sud rispetto al Nord, ma superiori alle regioni del Centro. In particolare, la vaccinazione antinfluenzale consente un recupero di gettito e risparmio previdenziale di 240 milioni di euro al Nord, 110 al Sud e 100 al Centro. La vaccinazione antipneumococco invece assicura il recupero fiscale più elevato, con cifre intorno ai 4 euro procapite al Nord e 3,5 al Centro e al Sud. La vaccinazione contro l’herpes zoster, infine, permette il risparmio maggiore sui costi previdenziali, con quasi 26 euro procapite al Nord e poco meno di 25 euro al Centro e al Sud.

Le differenze nei valori, spiegano all’Altems, originano dalla composizione per età e reddito della popolazione residente, incrociata con il tasso di assenteismo per malattia. Quest’ultimo risulta in media più elevato al Sud, dove la composizione degli occupati per settore produttivo rivela che nel settore pubblico si registra quasi il 25% di assenze in più al lavoro rispetto al settore privato. «La prevenzione» ha concluso Americo Cicchetti, direttore dell’Altems «rappresenta un’opzione costo-efficace per quelle patologie che sono appunto prevenibili. Su queste basi che abbiamo iniziato un programma di ricerca sul tema della vaccinazione in età adulta, perché riteniamo che ci sia un grande valore clinico ed economico dietro la promozione della vaccinazione negli adulti».