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L’Italia guarda a Uk. Dove le farmacie vaccinano mille persone alla settimana

23 Febbraio 2021

Nella campagna vaccinale contro covid, è il Regno Unito uno di quei Paesi dai quali il Governo intende prendere esempio perché «si sono mossi più rapidamente di noi», come ha detto il premier Mario Draghi nel suo intervento al Senato di una settimana fa. Il modello è indicato in modo esplicito dai resoconti di stampa che riferiscono degli aggiornamenti alla strategia vaccinale: innanzitutto, si consumeranno tutte le dosi di vaccino AstraZeneca disponibili per assicurare la prima dose a quante più persone possibili, e somministrare la seconda a tre mesi di distanza. Troppo? No, perché – a quanto pare – uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet rivela che il vaccino anglo-svedese assicura una protezione del 76% dopo la prima dose e dell’81% con la seconda iniettata dopo dodici settimane (anziché il 55% dopo sei).

Sulla scorta di questi dati, dicono gli esperti, il Regno Unito ha cambiato strategia da qualche settimana e ora può vantare un totale di 17,5 milioni di persone vaccinate con almeno una dose, quando noi (dati Aifa) siamo poco sopra i 3,5 milioni di somministrazioni. Ma, è un’altra convinzione del Governo, se gli inglesi stanno andando così veloce è anche perché hanno imperniato fin dall’inizio la loro campagna su una rete di hub vaccinali organizzati per macinare grandi numeri: hanno sede non soltanto in ospedali, grandi farmacie e medicine di gruppo, ma anche in club sportivi, palestre, centri commerciali e via a seguire.

La campagna inglese merita un approfondimento perché al momento è l’unica – almeno tra i principali Paesi europei – che affida la somministrazione anche alle farmacie del territorio. Non a tutte però, soltanto a quelle che sono in grado di assicurare un certo numero di vaccinazioni alla settimana. Nel primo reclutamento, risalente all’inizio di dicembre, il requisito minimo ammontava a mille somministrazioni alla settimana (più di 140 al giorno) e alla fine sono risultate circa 200 le farmacie autorizzate dal Nhs. Nei giorni scorsi però il Servizio sanitario ha lanciato un nuovo reclutamento, stavolta per farmacie e altri hub in grado di vaccinare 400 persone alla settimana (57al giorno). Le domande dovranno essere presentate entro il 28 febbraio e le somministrazioni cominceranno dal 13 marzo, intanto però le organizzazioni delle farmacie hanno accolto positivamente la decisione del Nhs: in questo modo, è il commento unanime, la campagna potrà raggiungere anche i paesi dove non sono presenti le “high street pharmacy”, le grandi farmacie dei centri urbani.

La rete degli hub messa in piedi dal Regno Unito, in ogni caso, assicura una buona capillarità: come riferisce il sito informativo predisposto dal Nhs, attualmente l’intera popolazione dispone di un centro vaccinale a non più di 10 miglia (16 chilometri) dalla sua abitazione. In totale, partecipano alla campagna più di 200 siti ospedalieri, circa 1.200 punti vaccinali territoriali (medici di assistenza primaria, farmacie del territorio eccetera) e 50 centri di vaccinazione, perun totale di oltre 80mila operatori. E ora che è a regime, la rete è in grado di vaccinare ogni settimana due milioni di persone.

Il piano inglese, in particolare, prevede tre diverse tipologie di sito vaccinale: i centri che utilizzano strutture su larga scala come gli stadi di calcio e sono accessibili da un servizio di prenotazione nazionale; gli hub ospedalieri, che fanno perno sulle organizzazioni territoriali del Nhs, e i servizi di vaccinazione locali, gestiti dalle medicine di gruppo, organizzate in reti di assistenza primaria, e dai team delle farmacie territoriali.

L’organizzazione, in ogni caso, mette al primo posto la capacità vaccinale e quindi le farmacie sono invitate a organizzare le somministrazioni nei luoghi più adatti allo scopo. Alcune, con sedi di grandi dimensioni, hanno organizzato le vaccinazioni in locali interni, altre invece hanno preferito appoggiarsi a club sportivi, centri municipali o altri spazi, in modo da raggiungere i numeri richiesti. Perché l’obiettivo del Governo londinese è quello di fornire entro luglio la prima dose di vaccino all’intera popolazione. E potrebbe anche farcela.