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Da Bruxelles la proposta: rimborsabilità per i farmaci contro il tabagismo

5 Dicembre 2018

Il Ssn dovrebbe ammettere alla rimborsabilità i farmaci di provata efficacia per il trattamento del tabagismo, secondo criteri di appropriatezza e a partire dai pazienti già affetti da patologie croniche correlate al fumo. E’ una delle proposte che arrivano dall’incontro organizzato ieri a Bruxelles dall’Ensp (European network for smoking and tobacco prevention), un panel di Società scientifiche e associazioni impegnate nella lotta al tabagismo. L’evento, ospitato nella sede del Parlamento europeo, è servito a fare il punto sul consumo di tabacco in Italia: nonostante dal ‘90 al 2016 la mortalità per fumo si sia ridotta da 165 a 146 decessi ogni 100mila, sono ancora 70mila gli italiani che muoiono ogni anno a causa del fumo. E a fronte di un calo del 27% (dal 2000) dei consumi di sigarette confezionate, cresce del 10% il mercato delle sigarette rollate a mano e si fanno avanti i prodotti del tabacco di nuova generazione, i cosiddetti heated tobacco products.

«Le misure di controllo» osserva l’Ensp «non fanno i progressi che si erano sperati nel 2005, quando l’Italia fu tra i primi paesi nel mondo a vietare il fumo nei luoghi chiusi di lavoro e di svago». Fu grazie alla Legge Sirchia, che fece salire l’Italia all’ottavo posto nella classifica europea degli Stati con le politiche no-smoking più avanzate. Negli anni successivi però siamo scesi al 16° posto, per poi risalire al 13° solo recentemente, grazie all’adozione nel 2016 della direttiva 2014/40/UE. «Oggi» continua l’Ensp «l’Italia risulta ancora in ritardo su politiche fiscale, campagne di prevenzione e servizi terapeutici». Gli ostacoli che tradizionalmente rendono difficili i progressi sono di diverso genere, tra cui:

Di qui un pacchetto di proposte in cinque punti che il Network rigira ai politici e alle istituzioni italiane: aumentare in modo consistente la tassazione sulle sigarette di almeno 1 euro a pacchetto; estendere gli attuali divieti sul fumo agli spazi aperti ad alta affluenza di pubblico; ricomprendere in questi stessi divieti sigarette elettroniche e heated tobacco products; introdurre nei corsi di laurea di tutte le figure sanitarie percorsi didattici sulla prevenzione e sul trattamento del tabagismo; incrementare le risorse dedicate al Piano nazionale della prevenzione, anche con le entrate provenienti dalla nuova tassa sul fumo.