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Manovra, i mmg incassano promesse: investimenti per aggregazioni e Utap

4 Ottobre 2018

Mentre il Governo lavora febbrilmente attorno alla Nota di aggiornamento al Def (il Documento di economia e finanza che fissa le linee della Manovra per il nuovo anno, ndr), nel mondo della Sanità è ormai gara a chi chiede di più sull’aumento di cui dovrebbe beneficiare nel nuovo anno il Ssn: qualche giorno fa le Regioni avevano chiesto un incremento di 2,5 miliardi sul Fondo di quest’anno, lunedì la Fondazione Gimbe ne ha rivendicati quattro, ieri i medici di famiglia della Fimmg – riuniti a Cagliari per il 75esimo Congresso nazionale – ne hanno chiesti tre. E intanto incassano dal Governo qualche significativa promessa: in collegamento telefonico da Roma, il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia (foto) ha messo sul tavolo la possibilità che dalla Manovra spuntino fuori un po’ di risorse con cui sostenere investimenti a favore delle aggregazioni della mg (cioè Case della salute, Utap e medicine di gruppo), per esempio in attrezzature e macchinari. «Dopo anni di calo della spesa sanitaria» ha detto Garavaglia «finalmente nel Def che presenteremo in Parlamento ci sarà un’inversione di tendenza».

L’aumento del Fondo, ha continuato Garavaglia, servirà innanzitutto al rinnovo degli organici del Ssn: da un lato la riforma della Legge Fornero manderà in pensione una cospicua fetta di personale, dall’altro andranno fatte ulteriori assunzioni perché il blocco del turn over «sta mettendo in difficoltà parecchie realtà territoriali». L’intenzione insomma è quella di investire per una sanità di qualità e – ha concluso il viceministro – «i medici di medicina generale possono essere uno strumento fondamentale».

Elogi al ruolo del medico di famiglia anche dal ministro della Salute, Giulia Grillo, pure lei rimasta a Roma per lavorare al Def con i colleghi di governo. «Ritengo fondamentale la figura del mmg all’interno dell’architettura del Servizio sanitario nazionale» ha detto il Ministro in un videomessaggio inviato al Congresso «perché è la porta d’ingresso alla Sanità di tutti noi cittadini-pazienti, l’asse portante della medicina del territorio. È una figura che negli anni è rimasta ai margini di una seria riforma della medicina del territorio, mentre secondo me andrebbe messa al centro, perché la prossimità che oggi Mmg riesce a garantire ci consente di lavorare su un aspetto importante della Sanità che è il rapporto medico-paziente. Quest’estate, con l’aiuto delle Regioni, abbiamo garantito il recupero di 840 borse di studio per 2.093 giovani medici, che potranno accedere al corso di formazione in mg. E’ una spesa di 40 milioni di euro che diventa un investimento sul nostro presente e sul nostro futuro».

Forti di questi riconoscimenti, i medici di famiglia della Fimmg hanno presentato alla politica i loro conti: per allineare il nostro Paese alle medie europee, ha detto nella sua relazione il segretario nazionale, Silvestro Scotti, il Fondo sanitario nazionale dovrebbe aumentare il prossimo anno di tre miliardi di euro. «Se non si deciderà di investire in salute» ha avvertito «bisognerà allora avvertire gli italiani che domani avremo meno poveri (un evidente richiamo ai progetti del M5S sul reddito di cittadinanza, ndr) ma più malati. E sappiamo bene come la malattia crei più povertà di qualunque altro mancato investimento. Abbiamo bisogno subito di risposte di sistema, se non le avremo saremo pronti a scendere in piazza insieme ai cittadini, che sono i veri danneggiati da questa inazione».

Ancora più duro nei confronti del Governo l’intervento del coordinatore della Commissione salute delle Regioni, Antonio Saitta: «Oggi la Sanità non è al centro dell’attenzione» ha osservato «puoi introdurre il reddito di cittadinanza ma poi se il sistema sanitario non è finanziato quanto servirebbe e dunque e non funziona, chi è che paga le cure?». Le preoccupazioni di Saitta si concentrano innanzitutto sul problema del personale: «Con “quota 100” (la riforma della legge Fornero, ndr) avremo 25 mila medici che vanno in pensione, medici di famiglia insufficienti e specialisti che mancano». Di qui la richiesta che le Regioni avanzano al Governo: nell’aumento che il Ssn riceverà per il prossimo anno, le risorse destinate ad assunzioni e rinnovi contrattuali dei medici siano vincolate come l’anno scorso è stato fatto per i due fondi (da 500 milioni di euro l’uno) sui farmaci innovativi.