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Mascherine, cosa prevede il decreto “cura Italia” per aumentarne la disponibilità

18 Marzo 2020

Non ci sono le previste misure anti-speculazione su mascherine e gel igienizzanti nel decreto “cura Italia” approvato lunedì dal Governo e in vigore già da oggi dopo la firma del Capo dello Stato. Ma abbondano gli interventi diretti a incrementare forniture e disponibilità di tali presidi, anche con il ricorso a deroghe d’emergenza. L’articolo 15, così, autorizza a produrre, importare e immettere in commercio mascherine protettive anche in deroga alle disposizioni in materia, a patto che chi le immette in commercio autocertifichi sotto la propria responsabilità che il prodotto è conforme alla normativa vigente sugli standard di sicurezza. L’Istituto superiore di sanità, inoltre, ha la facoltà di intervenire entro 3 giorni dall’acquisizione dell’autocertificazione da parte del produttore.

L’articolo 16 comma 2, invece, consente l’uso di mascherine filtranti anche prive del marchio CE per la protezione individuale, fino al termine dello stato di emergenza. L’articolo 5, invece, autorizza il Commissario straordinario per l’emergenza epidemica a erogare finanziamenti a fondo perduto o in conto gestione «alle imprese che producono dispositivi di protezione individuale e medicali». Tali finanziamenti potranno essere erogati anche alle aziende che forniscono mascherine chirurgiche, nonché mascherine prive del marchio CE, previa valutazione da parte dell’Istituto superiore di sanità. L’articolo 6, infine, autorizza il Capo del Dipartimento della protezione civile a disporre, con proprio decreto, «la requisizione in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medicochirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria».