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Medici in piazza, Governo e Regioni accusati di aver ordito un trabocchetto

15 Gennaio 2019

Mentre le farmacie del territorio attendono che da Governo e Regioni arrivi un segnale di assenso per ricominciare a trattare davanti a loro la riforma della remunerazione, i sindacati dei medici Ssn si apprestano a scendere in piazza per protestare contro il presunto “trabocchetto” ordito dallo stesso interlocutore (cioè Governo e Regioni) per rimandare il rinnovo del contratto di categoria, fermo da dieci anni. La trappola, è la tesi delle organizzazioni che rappresentano la dirigenza medica, arriverebbe dal comma 687 della Legge di Bilancio, inserito nel maxiemendamento e votato con la fiducia a Palazzo Madama senza valutazione di ammissibilità: il provvedimento, in sostanza, riporta nel perimetro del contratto nazionale dei medici il personale della «dirigenza amministrativa, professionale e tecnica», e dispone dunque «la modifica del Contratto collettivo quadro del 13 luglio 2016» che collocava le due categorie in aree distinte. La conseguenza, protestano i sindacati dei medici, è che la riscrittura dell’accordo obbliga a riazzerare del tutto il negoziato in corso con l’Aran (l’equivalente della Sisac per il personale dipendente) sul contratto di lavoro dei medici del Ssn 2016-2018, il primo rinnovo dal 2009.

Per le sigle di categoria, il “trabocchetto” servirebbe a rimandare di un bel po’ la stipula del nuovo contratto, che dovrà riconoscere adeguamenti economici per i quali le Regioni non avrebbero fondi. Non a caso, la Confederazione sindacale dei medici e dirigenti (Cosmed) aveva chiesto venerdì a Governo e Regioni di «chiarire subito il perimetro della norma e le loro reali intenzioni, rimuovendo un incredibile ostacolo sconsideratamente giustapposto all’iter negoziale. Oltre 150mila dirigenti attendono risposte urgenti».

Le accuse dei sindacati sono state rispedite al mittente da Sergio Venturi, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità e assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna (non dovrebbe essere necessario riazzerare la trattativa sul contratto 2016-2018, ha detto, e le risorse per gli adeguamenti salariali ci sono perché vengono dal Fondo sanitario nazionale). Intanto, però, le sigle della dirigenza medica si sono date appuntamento per giovedì prossimo davanti al ministero della Pubblica istruzione, dove insceneranno un sit-in di protesta contro governo e amministrazioni regionali. L’accusa, per entrambi, è di essere «indifferenti ai problemi sollevati dalle categorie in difesa della sanità pubblica e della dignità del loro lavoro». Quando le farmacie si faranno avanti per la remunerazione, troveranno l’ambiente già ben caldo.