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Motore Sanità: risorse, innovazione e territorio le sfide del presente

21 Settembre 2019

Risorse non ce ne sono, quindi il Ssn non potrà spendere per farmaci più di quello che già dà. Avvertimento diretto e sincero quello lanciato da Giovanna Scroccaro, dirigente del Servizio farmaceutico della Regione Veneto e presidente del Comitato prezzi e rimborso dell’Aifa, nel suo intervento alla Summer School 2019 di Motore Sanità, la convention che ogni anno chiama a raccolta ad Asiago politici, amministratori e protagonisti della sanità italiana. Parecchi, come sempre, i temi affrontati nel corso dei lavori: dall’invecchiamento della popolazione all’innovazione terapeutica e digitale, dalla gestione delle reti assistenziali alla mobilità sanitaria, dalle liste d’attesa al turn over del personale sanitario e soprattutto medico.

Un occhio di riguardo, ovviamente, è stato dedicato anche alla spesa sanitaria, a proposito della quale interventi e valutazioni si sono mantenuti su un piano squisitamente pragmatico: sarà già tanto se si riuscirà a difendere il finanziamento programmato per il Ssn, hanno detto in parecchi, quindi la sfida di oggi non è quella di capire dove andare a prendere le risorse, ma spendere bene quelle che ci sono. In Veneto per esempio, ha detto Patrizia Simionato, dg di Azienda Zero (l’Asl regionale che gestisce gli acquisti), le gare centralizzate hanno consentito di risparmiare 135 milioni di euro nel 2018, che verranno reinvestiti nel servizio sanitario regionale.

Anche il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo, ha messo sul tavolo la sua formula: riportare sul territorio la prescrizione e la dispensazione di tutti i medicinali significa uniformare l’accesso al farmaco e gettare le basi per l’avvio di programmi rivolti all’aderenza terapeutica. «Oramai» ha ricordato «è unanime la convinzione che la mancata aderenza sia una delle principali cause della non corretta allocazione delle risorse in sanità».

Se l’obiettivo è spendere bene, ha poi ricordato la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca, la farmacia va allora considerata una risorsa preziosissima per lanciare programmi di prevenzione che sul lungo periodo consentono ingenti risparmi. «Quando vengono organizzati nelle farmacie del territorio» ha ricordato «screening, prestazioni di telemedicina e servizi di autoanalisi raggiungono tassi di partecipazione ben maggiori perché sfruttano accessibilità e capillarità del servizio. Le Regioni dovrebbero approfittare della nuova convenzione per sfruttare le farmacie e coinvolgere nelle loro strategie sanitarie». Un invito al quale ha dato risposta il coordinatore della Sisac, Antonio Maritati: «Il territorio è al centro della riorganizzazione del sistema in tutte le Regioni» ha ammesso «ma la sfida è quella di collegare e far lavorare all’unisono tutte le figure che lo compongono, a partire da medici di famiglia e farmacisti».