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Nota di aggiornamento al Def, numeri e misure di interesse per le farmacie

2 Ottobre 2019

Come aveva promesso l’altro ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, non ci saranno tagli alle risorse che il Governo metterà sul piatto per la Sanità nella Legge di bilancio per il 2020. Questo almeno è l’impegno che scaturisce dalla Nota di aggiornamento al Def (il Documento di economia e finanza) approvato ieri dal Consiglio dei ministri: ammonta alla cifra già programmata a primavera – 120,6 miliardi di euro, due in più sui 118,5 assegnati nel 2019 – il budget di cui beneficerà il Ssn nel nuovo anno. Ne risulta un incremento di anno in anno dell’1,7%, un valore che i farmacisti titolari dovrebbero mandare a mente perché corrisponde alle risorse in più che la spesa farmaceutica riceverà nel nuovo anno. Rapportati alla ricchezza prodotta dal Paese, inoltre, quel 120,6 miliardi equivalgono al 6,6% del Pil, lo stesso tasso su cui dovrebbe assestarsi quest’anno la spesa sanitaria.

Oltre alle cifre, la Nota di aggiornamento fornisce anche le coordinate generali della politica sanitaria che il governo intende perseguire dal nuovo anno. La parola d’ordine è «sostenere e rafforzare il sistema sanitario universale», nella consapevolezza che la sfida da affrontare è quella della «sostenibilità». In altri termini, «assicurare il mantenimento del principio di universalità del sistema, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza (Lea), coniugando equità, appropriatezza, qualità delle cure, governo dell’innovazione e salvaguardia degli equilibri economico-finanziari».

In questo perimetro, la Nota di aggiornamento individua tra le priorità quella di «gestire l’invecchiamento della popolazione governando l’evoluzione della domanda in condizioni complesse e con più patologie, realizzare una migliore integrazione tra i sistemi sanitari e le reti dell’assistenza sociale, aumentare la promozione della salute e la prevenzione». Sono tutti temi sui quali le farmacie del territorio potrebbero andare a rivendicare un ruolo, a partire dalla presa in carico di fragilità e cronicità. Come ricorda lo stesso documento, la spesa pubblica “age-related” (cioè correlata all’anzianità) crescerà di circa tre punti di Pil tra il 2015 e il 2045 e la spesa sanitaria contribuirà per quasi un punto.

Anche se il fondo sanitario non subisce decurtazioni, le necessità di bilancio del Governo (per sterilizzare l’aumento dell’iva e finanziare il contenimento del cuneo fiscale) finiscono anche per toccare la sanità. Un disegno di legge governativo annunciato ieri dal ministro Speranza rimetterà in ordine il sistema dei ticket e introdurrà un sistema di compartecipazione progressivo, per cui «chi ha di più deve pagare di più». In vista, anche, la riduzione degli sgravi fiscali sulle spese sanitarie (oltre che sulle ristrutturazioni), che dovrebbero toccare innanzitutto i redditi più alti. Tra i possibili effetti, un calo degli acquisti privati in farmacia.