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Patto salute: parte il negoziato Ministero-Regioni, farmaco tra i temi

23 Maggio 2019

Avrebbe dovuto concludersi entro fine marzo, come prescriveva la Legge di Bilancio; invece si è aperto soltanto ieri il confronto tra ministero della Salute e Regioni sul Patto della Salute 2019-2021, ossia il nuovo accordo quadro sulla sanità federalista. Il via arriva dalla prima seduta degli undici gruppi di lavoro ai quali i tecnici di dicastero e governi regionali negozieranno – capitolo per capitolo – il nuovo Patto: il più importante (per le farmacie, almeno) è il tavolo sulla governance farmaceutica, dove verrà discusso il famoso documento ministeriale del dicembre scorso; gli altri gruppi tematici riguardano Lea e Piani di rientro, risorse umane, mobilità, enti vigilati, investimenti, reti strutturali di assistenza territoriale sociosanitaria (aggregazioni dei mmg), fondi integrativi, modelli previsionali, ricerca, efficienza e appropriatezza.

Alla negoziazione le Regioni parteciperanno con un comitato tecnico composto dai direttori delle direzioni generali sanità di Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia e Veneto, più la Sardegna in rappresentanza delle Regioni a statuto speciale. A tale comitato sarà inoltre affiancata una commissione d’indirizzo costituita dagli assessori alla Salute di Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna e Veneto.

Come si ricorderà, il documento del Ministero sulla nuova governance farmaceutica (presentato a dicembre alla stampa) punta a razionalizzare la spesa farmaceutica attraverso una revisione del Prontuario e dei prezzi, il ricorso alle gare regionali per equivalenza terapeutica (cioè tra molecole differenti) e un incremento dei consumi dei generici. Tra le misure, inoltre, viene ventilato il riequilibrio dei tetti di spesa, per recuperare risorse dalla convenzionata a favore degli acquisti diretti (spesa ospedaliera più dd-dpc).