dalla lombardia

Approvate le linee d’indirizzo della riforma sanitaria

3 Giugno 2021

Scelta libera da parte dell’assistito tra strutture e personale sanitario; sussidiarietà tra strutture pubbliche e private, come già in passato; raccordo tra mondo produttivo e ricerca, anche universitaria; approccio One health nella prevenzione e nella veterinaria, per tutelare la salute di ambiente, animali e persone. Saranno i quattro pilastri della riforma sanitaria lombarda impostata dalle linee guida che la giunta regionale ha approvato su proposta dell’assessore al Welfare, Letizia Moratti.

Il documento, che ora va all’esame della commissione Salute del Consiglio regionale, definisce gli assi portanti della riorganizzazione con cui la Regione Lombardia intende rivedere la riforma sanitaria del 2015, alla luce dell’esperienza maturata nella pandemia. La prima novità riguarda l’assessorato al Welfare, che acquisirà crescente ruolo di governo anche attraverso un irrobustimento delle funzioni d’indirizzo nei confronti delle Ats (Agenzie di tutela della salute, le ex Asl) e degli erogatori pubblici e privati.

Alle Agenzie, in particolare, spetteranno tra le altre cose la gestione sanitaria, la formulazione degli indirizzi in materia contabile alle Asst (le ex aziende ospedaliere), le autorizzazioni sanitarie e gli accreditamenti, la negoziazione e l’acquisto dagli erogatori delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie, la farmaceutica convenzionata.

Le Asst, invece, assicureranno le attività erogative e gestiranno i distretti sanitari, che ospiteranno il dipartimento di cure primarie, l’assistenza specialistica ambulatoriale, la prevenzione, i consultori familiari, l’assistenza domiciliare integrata; l’infermiere di famiglia, l’assistenza farmaceutica e l’assistenza protesica. Il distretto, in particolare, sarà la sede fisica della programmazione territoriale e dell’integrazione dei professionisti sanitari: ce ne sarà uno ogni 100mila abitanti e sarà sede di strutture erogative territoriali come poliambulatori, Centrali operative territoriali, Ospedali di comunità. E di servizi amministrativi per i cittadini: scelta/revoca, commissioni patenti, prestazioni medicina legale eccetera.

La riforma, poi, pone particolare attenzione alla medicina territoriale, messa in seria difficoltà dalla pandemia: come scrive la Regione, «rappresenterà sempre di più l’interfaccia privilegiata tra cittadino e sistema sociosanitario, anche attraverso una sempre maggiore valorizzazione dell’integrazione tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali e ospedalieri». Provvederanno le Case di comunità, che raccoglieranno l’esperienza dei Presst (i Presidi sociosanitari territoriali) e ospiteranno i team multidisciplinari di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità e altri professionisti.

Le Case di comunità sono uno dei temi sui quali la nuova riforma sanitaria si allinea al Recovery plan del Governo: in coerenza con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, le linee guida tengono conto delle aree d’intervento dove il Pnrr prevede importanti investimenti, ossia reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del Servizio sanitario.

«Si tratta di un intervento frutto dell’analisi dei risultati raggiunti nel quinquennio dalla legge» commenta Letizia Moratti «che ha messo in luce punti di forza e aspetti da migliorare. Da un lato, infatti, l’eccellenza ospedaliera lombarda e gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) si sono attestati ai vertici della qualità nazionale. Dall’altro, tuttavia, è emersa la necessità di valorizzare l’attività territoriale con la continuità dei percorsi di cura. Anche alla luce dell’esperienza della pandemia».

Il documento d’indirizzo passa ora alla commissione Sanità del Consiglio regionale, che ascolterà le parti sociali (farmacie comprese) e sulla base delle risultanze predisporrà un progetto di legge. «Le linee guida sono soltanto il punto di partenza del riordino» commenta la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca «come nella riforma del 2015 toccherà poi a professioni e parti sociali farsi avanti con i loro contributi. Noi siamo già al lavoro, ne discuteremo in Consiglio regionale e poi presenteremo alla Regione e alla politica le nostre proposte. Pensiamo a una farmacia dal ruolo ancora più centrale nel sistema sanitario, quello che abbiamo rivestito durante tutta l’emergenza pandemica. Siamo pronti a presentare progetti in linea con il Pnrr e in tema di servizi vorremmo l’istituzionalizzazione di tamponi e vaccinazioni in farmacia, per le quali però serve prima una legge quadro nazionale».