dalla lombardia

Da Sulbiate un’altra storia di farmacia “avamposto” del Ssn

2 Agosto 2018

Altro che requisiti strutturali, spazi di rispetto e dotazioni minime, come scrive in tema di servizi la bozza di convenzione delle Regioni. Basta lo storytelling della quotidianità ad accreditare le farmacie nel ruolo di presidio sanitario di prima scelta per le urgenze che nel linguaggio medico si definiscono di bassa intensità. Conferma la vicenda che ha per protagonista Patrizia Campagner, farmacista titolare da quasi vent’anni a Sulbiate, paese di 4mila anime in provincia di Monza-Brianza: una decina di giorni fa entra in farmacia un giardiniere che racconta di essere stato attaccato da uno sciame di vespe mentre rastrellava nell’erba; la farmacista nota i primi sintomi di un imminente shock anafilattico – sudore progressivo, calo della pressione – e somministra immediatamente una fiala di cortisone. Quindi chiama l’ambulanza che trasporta l’uomo al pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate, dove viene tenuto sotto osservazione per una decina di ore e quindi dimesso.

Dottoressa, storia a lieto fine che dimostra una volta di più il valore della farmacia in quanto presidio di prossimità…
E’ quello che dico anch’io. In città e ancora più spesso nei paesi della provincia, i cittadini vedono nella farmacia una sorta di avamposto del pronto soccorso, un luogo dove trovare un’immediata risposta alle emergenze quotidiane. Nelle piccole comunità poi, il “passo prima dalla farmacia” è quasi una regola.

In effetti è significativo che l’uomo, prima ancora di chiamare il 112 o il suo medico con il cellulare, si sia rivolto alla farmacia più vicina…
Allora le racconto un’altra storia: un paio di mesi fa, ricevo dal municipio la telefonata di un dipendente che mi chiede di correre in comune con il defibrillatore perché c’è una persona in arresto cardiaco. Anche in questo caso, il primo pensiero è stato quello di chiamare la farmacia anziché il 112. Qualcosa, sul valore della prossimità, lo suggerisce, no?

Lei ha un defibrillatore in farmacia?
No, a dire il vero l’ho fatto installare all’esterno, perché possa essere utilizzato da chiunque in caso di necessità. Di più, a dirla tutta sono due, un altro l’ho comprato di recente e l’ho messo a una certa distanza dal primo, perché copra l’area del paese. E’ il mio modo di omaggiare i clienti della farmacia, anziché un gadget a persona, un defibrillatore per tutta la comunità.