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Approvata la riforma sanitaria friulana, Degrassi: farmacie protagoniste

10 Dicembre 2019

«Questa riforma, frutto di ascolto e condivisione, è un atto di grande serietà perché impedisce che la sanità diventi preda di una concezione distorta del consenso elettorale: la politica sta fuori dalle decisioni tecniche e organizzative e rimane correttamente nelle funzioni di indirizzo e controllo». È il commento che il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha espresso a margine dell’approvazione, da parte del Consiglio regionale, del disegno di legge 70 su Riorganizzazione dei livelli di assistenza, pianificazione e programmazione sanitaria e sociosanitaria. Soddisfatto per il voto favorevole dell’aula, Fedriga ha ricordato che con questo nuovo impianto normativo si riesce a dare un ordine al sistema della sanità regionale, anche attraverso l’accorpamento delle Aziende sanitarie.

Cambia, secondo il governatore, anche il rapporto tra sanità e cittadino, perché la riforma salda operativamente la fase ospedaliera con quella sociosanitaria. La continuità sarà assicurata dal coinvolgimento dei distretti e dei Comuni, ma svolgeranno anche un ruolo di primo piano le farmacie del territorio.

Nell’ambito della riforma, infatti, le farmacie diventano «punti salute» – secondo la definizione dell’assessore alla Sanità, Riccardo Riccardi – che provvedono anche alla dispensazione dell’integrativa, alla consegna domiciliare dei farmaci per pazienti selezionati, alla fornitura in regime Ssn di dispositivi, presidi e integratori, all’erogazione di servizi e prestazioni integrative. Cose in buona parte messe già in cantiere dall’accordo sperimentale che Federfarma Udine e Asl 3 dell’Alto Friuli avevano sottoscritto all’inizio di ottobre.

«Registriamo con soddisfazione il voto consiliare» commenta a FPress Luca Degrassi, presidente di Federfarma Friuli Venezia Giulia e Federfarma Udine «le farmacie recitano un ruolo cruciale nell’impianto della riforma: si può dire, paradossalmente, che faranno da ultima ruota del carro, saranno cioè cinghia di trasmissione tra cittadini e sistema sociosanitario, in sinergia e collaborazione con i medici di famiglia e le altre figure dell’assistenza primaria». Intanto le prime esperienze applicative dell’accordo sperimentale udinese mostrano che la strada imboccata è quella giusta: «La dispensazione dei vaccini ai medici è già realtà nella Carnia» conferma Degrassi «e anche se i dati definitivo ancora devono essere elaborati, le prime indicazioni che arrivano dall’Asl dicono che la partecipazione delle farmacie sta alzando la soglia vaccinale». E’ un buon viatico per le tappe successive della riforma, che comincerà dal centro con la predisposizione dei nuovi strumenti necessari ad asl e distretti per applicare gli indirizzi della riforma adattandoli a ogni singola realtà locale.