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Bolzano, nel Piano provinciale per le cronicità poca farmacia e tanta mg

12 Dicembre 2018

Farmacie apparentemente relegate a ruoli di secondo piano nel Chronic care masterplan, il Piano per le cronicità che la Provincia autonoma di Bolzano ha approvato una settimana fa tramite delibera di giunta. Presentato nei giorni scorsi alla stampa, il documento individua nei Pdta (Percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali) lo strumento su cui imperniare l’integrazione tra operatori sanitari e la continuità ospedale-territorio. L’idea è quella di codificare un Percorso per ciascuna patologia cronica, a partire dal diabete dove il Pdta è già stato tracciato e i pazienti sono in via di arruolamento: per ciascuna figura vengono fissati compiti e linee guida (nel caso del mmg, per esempio, quante glicemie e quante visite effettuare, quanti ecg prescrivere eccetera), le quali definiscono il percorso del paziente e assicurano l’integrazione tra i diversi professionisti (l’infermiere che opera nelle aggregazioni della medicina di famiglia, per esempio, verifica l’aderenza terapeutica del paziente, il rispetto delle scadenze di visite ed esami previsti dal percorso e via di seguito).

In questa cornice, il Masterplan assegna il ruolo principale agli Sportelli unici di assistenza e cura (Suac, 26 in tutta la Provincia), che dovranno assicurare l’orientamento a malati e famiglie, e alle Unità multidisciplinari, team di valutazione costituiti da medici ospedalieri e generalisti e da infermieri, il cui compito sarà quello di redigere per ogni cronico con complessità un Piano di assistenza individuale ricalcato sul Pdta della patologia.

Nel sistema, così, acquistano particolare rilevanza le 26 Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) della medicina generale presenti nella Provincia (quattro delle quali ubicate nel capoluogo e aperte dalle 8 alle 20), alle quali spetterà la presa in carico del paziente cronico: gli infermieri delle Aft, in particolare, assicureranno la medicina d’iniziativa (programmazione delle visite e degli esami) così come la verifica dell’aderenza (di cure e appuntamenti), in  coordinamento con specialisti e centri diabetologici.

E le farmacie? Il Chronic care masterplan dedica loro un paragrafo di una quindicina di righe, dove spiccano alcune considerazioni di principio («Le farmacie aperte al pubblico rappresentano un primo importante e capillare presidio del Servizio Sanitario sul territorio»), qualche impegno di massima («L’obiettivo deve essere di sostenere questo importante ruolo delle farmacie particolarmente fuori dai centri urbani e di rinforzare la capillarità territoriale delle farmacie») ma poche indicazioni concrete: «Le farmacie del futuro, meglio integrate nel Servizio sanitario provinciale, sono impegnate in un processo di potenziamento dei servizi offerti ai cittadini e a garantire un servizio professionale e di qualità sull’intero territorio provinciale. Esse partecipano all’assistenza domiciliare integrata, alla gestione del paziente cronico e al monitoraggio delle terapie». E questo è tutto.