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Emilia-Romagna, ripartiti i fondi per la Sanità: Case della salute tra gli obiettivi

13 Giugno 2018

Beneficeranno anche le Case della salute degli 8,2 miliardi circa di euro che la Regione Emilia-Romagna dividerà tra Aziende sanitarie e ospedaliere in base alla proposta di riparto presentata dalla giunta e approvata ieri in Commissione consiliare. La quota maggiore del finanziamento, 7,5 miliardi di euro, andrà a coprire i Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario pubblico offre a tutti i cittadini indistintamente dalla regione di residenza. «Con questo riparto» è il commento del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dell’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi (foto) «siamo in grado di garantire alla sanità dell’Emilia-Romagna i mezzi, gli strumenti e le risorse necessarie per assicurare a tutti i cittadini servizi e cure di eccellenza».

Tra gli obiettivi, in particolare, c’è il «rafforzamento dell’assistenza sul territorio», dai «Centri di alta specializzazione di rilievo regionale alle Case per la salute, per migliorarne ulteriormente l’efficienza, la qualità, la capacità innovativa». Seguono quindi l’attuazione del Piano regionale di prevenzione e degli obiettivi del Piano sociale e sanitario; il consolidamento del Piano di prevenzione vaccinale e dei programmi di screening oncologici; la realizzazione di specifiche azioni di vigilanza e controllo della salute in ambienti di lavoro, strutture ricettive e scolastiche. Inoltre, la Regione riconfermerà l’impegno di ridurre le liste di attesa per i ricoveri chirurgici programmati e consolidare quelle per la specialistica, ampliare servizi e prestazioni del Fondo regionale per la non autosufficienza e ridurre il precariato e assumere nuovo personale sanitario.

All’acquisto di farmaci innovativi infine saranno destinati 110,5 milioni di euro, 36 milioni per Hcv (epatite C) e 74,5 per gli oncologici. La delibera fissa, inoltre, in 320 milioni il concorso al complessivo finanziamento del Fondo regionale per la non autosufficienza.