dalle regioni

Friuli, farmacie prorogano l’accordo sulla dpc e rinunciano ai vaccini

2 Dicembre 2020

C’è l’intesa tra Regione e farmacie del territorio pubbliche e private per la proroga di un anno dell’accordo sulla dpc firmato nel dicembre 2017 e in scadenza alla fine del mese. Lo ha annunciato ieri Riccardo Riccardi (foto), assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, dopo essersi consultato in videoconferenza con i rappresentanti regionali di Federfarma e Assofarm. L’accordo – che riguarda i farmaci del Pht esclusi eparine bpm, ossigeno terapeutico, medicinali sotto i 30 euro (che vanno in convenzionata) e primo ciclo post-dimissione o dopo visita specialistica (max 30 giorni) – riconosce alle farmacie un compenso standard a scatola a 6,50 euro più iva, che diventano 7,60 euro per le rurali sussidiate con fatturato annuo Ssn tra i 150mila e i 387mila euro e per le urbane e rurali con fatturato Ssn tra i 150mila e i 258mila euro (gli esercizi con fatturato inferiore a 150mila euro, invece, percepiscono 7,60 euro per ogni farmaco dispensato con prezzo al pubblico fino a 51,65 euro e 10,60 per gli altri).

Per quanto concerne le strisce da glicemia, invece, il prezzo di rimborso ammonta a 0,47 euro, che diventano 0,55 per le farmacie urbane e rurali con fatturato Ssn sotto i 300mila euro e per le rurali sussidiate con fatturato sotto i 450mila euro. Prorogata anche la dpc sperimentale su clopidogrel (28 compresse, 75 mg) e quetiapina (30 compresse, 25 mg), che l’accordo del 2017 aveva introdotto subordinandola a monitoraggi quadrimestrali dell’impatto sugli assetti «assistenziale, organizzativo ed economico».

Nella stessa riunione, Federfarma e Assofarm hanno anche concordato di lasciare alla Regione la quota di vaccini (1,5%) che l’accordo di settembre prometteva alle farmacie per l’acquisto privato. Si tratta di circa seimila dosi che verranno destinate alle fasce raccomandate.