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Friuli Venezia Giulia: per Riccardi va «superata» l’esperienza dei Cap, le Aft regionali

19 Luglio 2019

Va superata la logica che nella precedente legislatura ha visto privilegiare le concentrazioni dei medici di famiglia nei Cap (Centri di assistenza primaria, le Aft regionali) con l’obiettivo di allargare l’orario di apertura degli studi. Occorre invece «agire sull’appropriatezza della domanda, continuando a garantire al contempo, attraverso una progressiva evoluzione della medicina generale verso reti complesse e integrate di assistenza primaria, quella distribuzione capillare sul territorio che ha storicamente caratterizzato la figura professionale del medico di mg». Lo ha detto ieri in Consiglio regionale il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, rispondendo a una interrogazione sui risultati del monitoraggio sullo stato di avanzamento dei Cap.

«Per ora» ha detto Riccardi «il dato più recente e disponibile sui risultati raggiunti con la realizzazione dei Cap deriva dal consuntivo 2017, da cui emerge che l’obiettivo di realizzare almeno 4 Cap per Azienda sanitaria è stato raggiunto soltanto nell’Asl3, nelle altre è stato raggiunto solo parzialmente e all’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste non ne è stato realizzato neanche uno».

Secondo Riccardi, da queste valutazioni emergono alcune considerazioni che ispireranno sia l’accordo ponte con la medicina generale per il 2019, sia il successivo accordo integrativo triennale: «La logica delle concentrazioni professionali nei Cap si rivela insufficiente a garantire un riorientamento dell’azione dei mmg, tenuto anche conto della diversità della distribuzione della popolazione sul territorio regionale, caratterizzato in gran parte da Comuni di dimensioni medio-piccole». I Cap già avviati non verranno chiusi, ha assicurato l’assessore, ma ne andranno riviste le finalità.