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Piemonte, Regione adotta teleconsulto per tenere i pazienti a casa

22 Luglio 2020

Regioni e Asl stanno riprendendo l’attività ambulatoriale programmata, ma le misure anti-covid ancora in vigore rimangono un handicap: spazi per visite o attese insufficienti, sanificazioni e accessi contingentati che dilatano i tempi e altro ancora. In Piemonte, la Regione ha pensato di correre ai ripari con la telemedicina: la dgr 6-1613, pubblicata sul Bur del 16 luglio, autorizza «le Aziende sanitarie pubbliche e gli erogatori privati accreditati e contrattualizzati a erogare attraverso la Televisita le medesime specialità assistenziali oggi assicurate con la modalità tradizionale, quando non richiedano l’esame obiettivo del paziente e nel rispetto delle condizioni fissate» dal provvedimento.

In particolare, recita la delibera, sono erogabili in televisita le prestazioni ambulatoriali nelle quali il paziente è inserito in un Pdta formalizzato dall’Asl o dalla Regione o in un follow up da patologia nota, necessita di monitoraggio, conferma, aggiustamento o cambiamento della terapia in corso, occorre una valutazione anamnestica per la prescrizione di esami o diagnosi.

L’attivazione della televisita, prosegue la dgr, richiede l’adesione preventiva del paziente e può essere avviata dallo specialista in sostituzione della visita già programmata, nella fase di recall dei pazienti e nel periodo di vigenza delle misure anti-covid. Il referto finale, sottoscritto digitalmente dal medico, dovrà consegnato al paziente in modalità telematica anche attraverso il Fascicolo sanitario elettronico (Fse).

Alle prestazioni ambulatoriali in televisita erogate dai fornitori accreditati e contrattualizzati, prosegue la delibera regionale, si applica il quadro normativo nazionale e regionale che regolamenta i requisiti di autorizzazione, accreditamento e contrattualizzazione vigenti per l’erogazione in modalità tradizionale delle medesime prestazioni ambulatoriali, così come «le medesime tariffe e il medesimo sistema di remunerazione, ivi inclusa l’eventuale quota di compartecipazione – ticket e quota aggiuntiva – a carico del cittadino».

Riguardo ai requisiti, infine, la dg richiede ai fornitori di «designare un direttore/responsabile sanitario che garantisca l’organizzazione tecnico-sanitaria», erogare i servizi di telemedicina «attraverso personale con le necessarie qualifiche, conoscenze e competenze», assicurare all’utente la possibilità di accedere e consultare i dati acquisiti, adottare un piano di qualità «che preveda procedure organizzative ben definite per l’espletamento dei servizi in telemedicina».