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Veneto, da I commissione consiliare ok alla pdl su orari e turni delle farmacie

26 Ottobre 2018

Ottiene il parere positivo della I commissione Politiche istituzionali del Consiglio regionale del Veneto la proposta di legge 393 che aggiorna la disciplina regionale su orari, turni e ferie delle farmacie del territorio. Presentato da Lega Nord e Lista Zaia, il testo prende ora la strada della V commissione consiliare Sanità, dove dovrebbe essere esaminata in data ancora da calendarizzare. Nell’insieme, la proposta non fa che aggiornare le norme attualmente in vigore, risalenti alla Legge 64/1994. In particolare viene recepita la liberalizzazione varata nel 2012 dal governo Monti, in virtù della quale gli orari indicati nel testo diventano «il livello minimo di servizio che ciascuna farmacia deve obbligatoriamente assicurare». E’ il caso delle 40 ore settimanali di apertura diurna, che ora diventano «minime», e del periodo di ferie, che nella proposta di legge mantiene soltanto il tetto massimo dei 30 giorni (mentre sparisce la soglia minima dei 15 giorni).

Limature anche alla norma sul cartello che le farmacie sono tenute a esporre per comunicare gli esercizi di turno: attualmente basta riportare per ogni sede l’orario di apertura e chiusura giornaliera, la proposta di legge chiede che vengano indicati anche «indirizzo e numero di telefono al quale contattare il farmacista».

Ma la novità di maggiore rilievo si trova all’articolo 7, che tratta di servizio notturno. La proposta di legge, infatti, obbliga il farmacista di turno a dispensare non soltanto «i medicinali di cui alle disposizioni nazionali vigenti in materia di tariffa per la vendita al pubblico», ma anche «dispositivi medici, latte e alimenti per la prima infanzia e prodotti destinati ad un’alimentazione particolare». Su tali prodotti così come sui farmaci, dispone il testo, si applica «il diritto addizionale di chiamata» previsto dalla Tariffa per la vendita al pubblico, che «è a carico dell’Asl qualora l’assistito sia munito di regolare prescrizione medica» o, altrimenti, è a carico del cittadino. Federfarma ha già richiesto correzioni e interventi al testo che verranno valutati nel corso dell’iter.