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Francia, per l’omeopatia un anno di rimborsabilità ridotta poi il delisting

11 Luglio 2019

Il governo francese escluderà i medicinali omeopatici dalla rimborsabilità come proposto dall’Haute autorité de santé (Has) ma gradualmente, secondo un percorso a tappe. E’ quanto avrebbero deciso il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, e il ministro della Salute, Agnès Buzyn, al termine di un incontro al calor bianco nel corso del quale la titolare della Sanità avrebbe anche minacciato le dimissioni. La mediazione che avrebbe messo tutti d’accordo – almeno secondo quanto scrive il Quotidien du pharmacien – prevede il recepimento del parere dell’Has per fasi successive: dal primo gennaio 2020 la rimborsabilità dei medicinali omeopatici calerà dal 30 al 15% del prezzo al pubblico, dal primo gennaio 2021 diventeranno interamente a carico degli assistiti.

La decisione è stata definita ieri «incomprensibile e incoerente» dal gruppo Boiron, che ha subito chiesto al presidente Macron un incontro urgente. E’ invece soddisfatta della soluzione di compromesso individuata dal governo L’Uspo, L’Unione dei sindacati dei farmacisti titolari, che ritiene però troppo breve il periodo di transizione. Il suo presidente, Gilles Bonnefond, auspica in particolare che il tasso di rimborso venga mantenuto al 15% per svariati anni, in modo da consentire alla Sanità di risparmiare risorse ed evitare allo stesso tempo che un delisting troppo brusco faccia esplodere i prezzi a svantaggio dei pazienti.

Philippe Besset, presidente della Fspf (l’altro sindacato nazionale dei titolari) si mostra invece preoccupato: «Prendiamo atto e vigiliamo perché l’omeopatia in quanto tale non sia messa in discussione. Ora però occorrerà compensare le farmacie della perdita di 135 milioni di euro, tenuto conto che l’emendamento numero 11 alla convenzione con la sanità pubblica riconosceva ai titolari un margine del 10% sui farmaci omeopatici». Besset pensa in particolare alle farmacie in difficoltà economica e a quelle specializzate in omeopatia. «Il periodo di transizione servirà a darci il tempo di rinegoziare gli accordi convenzionali. Questi 135 milioni devono tornare alle farmacie, imperativamente».