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«Io, farmacista francese, vi spiego come vacciniamo contro covid»

9 Aprile 2021

La fase più delicata e laboriosa della vaccinazione in farmacia? In Francia non è la registrazione post-inoculo, che pure prende il suo tempo, ma quella preliminare della prenotazione. Lo racconta a FPress Jean Baptiste De Coutures, presidente di Giphar, network che aggrega più di 1.700 farmacie in tutto il Paese: titolare in Bretagna, De Coutures è tra coloro che da un paio di settimane hanno iniziato a vaccinare contro covid nella propria farmacia, secondo la programmazione del ministero della Salute. «La popolazione target è quella della fascia 55-74 anni con comorbilità» spiega «le prime a somministrare sono state le farmacie delle regioni dove il contagio è più diffuso, ma le carenze nelle forniture stanno rallentando l’allargamento della campagna: questa settimana abbiamo ricevuto soltanto due flaconi di AstraZeneca per farmacia, anche perché la priorità va ai centri vaccinali».

De Coutures, qual è la procedura con cui vaccinate? E’ previsto in qualche modo l’intervento del medico?
No, qui Francia è il farmacista che prescrive il vaccino e lo inocula. Facciamo noi anche l’anamnesi, sulla base di un questionario a domanda e risposta basato su un algoritmo.

Ci sono stati problemi?
Nessuno, il questionario è ben formulato e lo compiliamo assieme al paziente senza difficoltà.

Quanto tempo prende la vaccinazione?
Noi calcoliamo un paziente ogni venti minuti, compreso il quarto d’ora di osservazione. Accettazione e anamnesi prendono un paio di minuti, la registrazione post-vaccino è la fase che richiede più tempo ma la effettuiamo con il paziente che ha già iniziato il periodo di osservazione.

Dove fate attendere i vaccinati?
Rimangono con noi nella stanza dove abbiamo fatto l’inoculazione, ed escono al termine dell’osservazione.

Non capisco, quindi fate entrare in farmacia un paziente alla volta?
Esatto: come ho detto, programmiamo gli accessi ogni venti minuti; l’assistito si presenta in farmacia all’ora stabilita, procediamo in successione con accettazione, somministrazione, registrazione e osservazione nella stanza dedicata e poi li facciamo uscire perché entri il successivo.

L’organizzazione dev’essere perfetta…
Certo, anche perché il vaccino non consente errori: il flacone viene scongelato al mattino per la giornata stessa, se non si inoculano le dosi entro sei ore si devono buttare.

Come vi assicurate che gli assistiti si presentino davvero?
In realtà è questa la parte più laboriosa e onerosa di tutta la procedura. Le prenotazioni arrivano direttamente dai pazienti oppure, quando li conosciamo, siamo noi a reclutarli. Completiamo l’agenda con tre o quattro giorni di anticipo, poi il giorno prima ritelefoniamo a tutti per ricordare l’appuntamento e raccomandare la puntualità. E se qualcuno rinuncia, dobbiamo cercare in tutta fretta un sostituto. Ora, con il bailamme esploso attorno al vaccino AstraZeneca, facciamo ancora più fatica.

A quanto ammonta da voi la remunerazione?
L’onorario professionale per la vaccinazione è di 7,30 euro, più 5,40 per la parte amministrativa.