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Monoconfezioni, anche in Francia se ne torna a parlare. No dalle farmacie

10 Dicembre 2019

Anche in Francia come in Italia, le monoconfezioni come ricetta miracolosa che rimuove gli sprechi e infonde appropriatezza alla spesa farmaceutica torna periodicamente ad aleggiare sui banchi di governo e parlamento. In terra transalpina è ciò che sta accadendo proprio in questi giorni, perché in Assemblea nazionale è alle tappe decisive un disegno di legge – contro i rifiuti e per l’economia circolare – che farebbe scattare dal primo gennaio la dispensazione unitaria dei medicinali (Dau).

Alla disposizione, però, ha subito dichiarato guerra l’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine), uno dei due sindacati che in Francia rappresentano i farmacisti titolari: in un video pubblicato su Youtube, l’organizzazione di categoria sostiene che il provvedimento rischia di «destrutturare la politica sanitaria» ed è stato adottato «senza concertazione». Per il sindacato, in particolare, la consegna in dosi unitarie è inutile perché, in Francia, le dimensioni delle confezioni corrispondono al trattamento: «Il 65% dei trattamenti per le malattie croniche hanno scatole adattate», spiega il sindacato, e ciò sarà ancora più vero nel 2020, quando i produttori saranno obbligati adeguare tutte le loro confezioni alla durata del trattamento, pena l’arrivo di sanzioni.

Altre misure anti-spreco, continua l’Uspo, sono in programma 2020: l’erogazione appropriata dei farmaci a dosaggio variabile e la disponibilità dei test per la diagnosi rapida dell’angina, che dovrebbe limitare l’uso sistematico degli antibiotici. «La distribuzione in dosi unitarie» riprende il sindacato «avrebbe invece un costo economico significativo», per non parlare degli effetti su iatrogenia e abuso. La consegna per singole unità, infatti, aumenterebbe accrescerebbe la confusione negli armadietti dei farmaci presenti in ogni famiglia e non risolverebbe sprechi e conformità.

Anche la Leem (la Farmindustria francese) è critica nei confronti del provvedimento e non condivide le stime sui risparmi che si genenerebbero. «Siamo lontani, molto lontani dal chilo e mezzo di farmaci che i francesi buttano via ogni anno. Secondo gli ultimi dati, i francesi hanno riciclato nel 2018 soltanto 162 grammi di medicinali». In più, la dispensazione per dosi unitarie anziché aiutare l’ambiente lo danneggerà: a parte l’accresciuto consumo di energia da parte degli impianti produttivi per stampa le confezioni monodose, le aziende del farmaco saranno costrette a passare dai classici blister nuovi modelli pretagliati, che dovrebbero generare il 30% in più di rifiuti di alluminio e Pvc».