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Ranitidina, Ema come Fda chiede sospensione dell’aic. In Italia stop a settembre

5 Maggio 2020

Dopo gli Usa, anche la Commissione europea si accinge a sospendere dal mercato tutti i farmaci con ranitidina. Il provvedimento è raccomandato da una relazione datata 30 aprile del Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell’Ema, che fa riferimento a verifiche di laboratorio dalle quali sarebbe emersa la presenza di ndma (l’impurità rintracciata per la prima volta nel 2018 in alcune produzioni di valsartan) in «diversi farmaci a base di ranitidina», in quantità superiori «ai livelli considerati accettabili».

L’indicazione che il Chmp rivolge a Bruxelles, in sintesi, è quella di sospendere l’aic di tutti i prodotti in commercio contenenti l’antistaminico, ossia interromperne la commercializzazione. Si tratta dello stesso provvedimento assunto il primo aprile dall’Fda, che in una comunicazione giustificava l’intervento con le ultime evidenze provenienti dai test di laboratorio: in alcune ranitidine, la quantità di ndma aumenta nel tempo e anche nel caso in cui i farmaci siano conservati a temperature superiori a quelle ambientali. Il rischio che ne consegue, è che i pazienti possano assumere ndma in dosi superiori a quelle tollerabili.

Non è ancora chiaro, aggiunge inoltre il Chmp nella propria relazione, se le impurità di ndma possano essere generate dalla ranitidina dopo l’assunzione del farmaco. Alcuni studi suggeriscono tale possibilità, altri invitano a scartarla. In attesa che Bruxelles ratifichi la raccomandazione, l’Ema dal proprio sito invita i pazienti attualmente in cura con ranitidina a contattare il proprio medico per farsi consigliare un’alternativa. L’indicazione non dovrebbe riguardare gli assistiti italiani: l’Aifa, infatti, aveva disposto nel settembre scorso il divieto d’uso per tutti i medicinali a base di ranitidina commercializzati in Italia.