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Stati Uniti, Walgreens e altre quattro catene citate per l’affare ossicodone

9 Giugno 2020

Cvs, Walgreens, Rite Aid, Walmart e Giant Eagle. Sono le cinque catene contro le quali due contee dell’Ohio, Lake e Trumbull, hanno avviato un’azione legale con l’accusa di avere incentivato l’iperconsumo di analgesici oppiacei come l’ossicodone, che dal 2000 a oggi sarebbero all’origine di oltre 430mila decessi in tutti gli Usa. Secondo quanto riferisce un articolo del Daily Mail, le denunce sarebbero state presentate il 27 maggio al tribunale distrettuale degli Stati Uniti di Cleveland e il processo si aprirà tra un anno esatto.

Secondo l’accusa, basata su dati federali, le 31 farmacie che operano nella contea di Lake e fanno capo alle cinque catene avrebbero venduto tra il 2006 e il 2014 quasi 64 milioni di pillole di ossicodone e idrocodone; a fronte di una popolazione di circa 220.000 abitanti, significa una media di oltre 290 farmaci per residente nell’intero periodo. Sempre negli stessi anni, le 28 farmacie della contea di Trumbull controllate dalle cinque catene avrebbero venduto oltre 68 milioni di pillole, cha fronte di una popolazione di circa 210mila abitanti significa quasi 322 farmaci per ogni residente.

I dati raccolti dalle due contee citano anche casi specifici: una farmacia Rite Aid di Painesville, cittadina dell’Ohio di poco meno di 20mila abitanti, avrebbe dispensato dal 2006 al 2014 oltre 4,2 milioni di dosi di ossicodone e idrocodone, ricevendo anche alcuni incentivi alla produttività. Tre farmacie Walmart della Contea di Lake, invece, avrebbero venduto dal 2007 al 2014 circa 6,4 milioni di pillole di oppioidi, senza neanche una segnalazione di abuso o prescrizione sospetta.

La tesi dell’accusa, in sostanza è che le farmacie non solo erano a conoscenza di ciò che stava accadendo, ma si sono anche guardate dall’inviare segnalazioni alle autorità di controllo. Le cinque catene, in altri termini, «erano perfettamente consapevoli dell’eccesso di prescrizioni e consumi in corso, perché disponevano di dati e informazioni provenienti dalla loro attività di distributori all’ingrosso e rivenditori al dettaglio». Le catene, dunque, «hanno permesso la dispensazione di oppiacei in misura assai maggiore di quella che sarebbe stata normalmente giustificabile».

Il portavoce di Cvs Pharmacy, Michael DeAngelis, ha replicato ricordando che gli oppioidi sono prodotti e commercializzati dall’industria, non dai farmacisti, e l’uso in tribunale di «vecchi documenti estrapolati dal loro contesto è fuorviante». Phil Caruso, portavoce di Walgreens, ha citato una precedente dichiarazione della sua società in cui aveva sostenuto di non aver mai prodotto o commercializzato oppioidi. «I farmacisti dispensano oppiacei sulla base di ricette prescritte da un medico autorizzato» ha detto ancora DeAngelis.

Come scrive il Daily Mail, quella avviata dalle due contee è la prima causa che coinvolge direttamente le catene di farmacie nello scandalo degli abusi da oppiacei. Finora le azioni legali intentate da autorità pubbliche e contee hanno coinvolto soltanto industrie e medici prescrittori.