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Targatura europea, per la Ue funziona ma l’adesione della filiera è insufficiente

15 Giugno 2019

Sono poco più di 99mila le farmacie attualmente registrate nel sistema di targatura dei medicinali lanciato il 9 febbraio scorso in 31 Paesi dello Spazio economico europeo. E quasi 37mila quelle che ancora devono accreditarsi, nonostante l’obbligo scattato quattro mesi fa. Il bilancio arriva dalla relazione di Agnès Mathieu-Mendes, dirigente della Direzione generale Salute della Commissione Ue, al 60° Meeting del Girp, organizzato a Stoccolma dal 26 al 28 maggio. Secondo la responsabile dell’unità Innovazione, sicurezza e qualità dei prodotti medicinali, il sistema anticontraffazione europeo basato su codici datamatrix sta funzionando, come dimostra la prima identificazione di un medicinale falsificato effettuata di recente dalla piattaforma.

Restano peraltro diversi problemi ancora da risolvere, ha ammesso Mathieu-Mendes. Innanzitutto la «compliance» al sistema mostrata dalle industrie e dagli operatori della distribuzione intermedia e finale non è stata totale: farmacie a parte, tra i produttori gli iscritti alla piattaforma sono 893, quelli che ancora devono farlo 143; tra i grossisti del farmaco 4.203 le imprese registrate, 2.207 le ritardatarie (l’Italia non è tra i Paesi coinvolti perché la direttiva di riferimento le dà tempo fino al 2025 per entrare nel sistema).

Poi ci sono le disfunzioni tecniche. I falsi positivi o negativi (cioè le identificazioni errate di medicinali contraffatti) sono ancora troppi, segno che c’è qualcosa ancora da mettere a posto nella leggibilità dei codici o degli scanner utilizzati dalle farmacie. Come noto, il sistema di tracciatura europeo si basa su una piattaforma informatica centrale, appoggiata a piattaforme nazionali (una per ciascun Paese partecipante) che tengono traccia dei codici datamatrix delle confezioni: quando l’azienda produttrice immette un nuovo lotto nel circuito logistico “apre” i codici delle scatole; quando il farmacista dispensa il prodotto, passa il codice allo scanner e lo chiude; l’assenza del codice nel database della piattaforma centrale identifica un farmaco contraffatto o falsificato e genera l’alert. Il problema però, come ha detto Mathieu-Mendes, i falsi positivi o negativi generati dal sistema rimangono ancora troppi: secondo quanto riferiva un rapporto dell’Emvo (l’agenzia europea che amministra la piattaforma centrale), ad aprile si sono registrati più di 2,5 milioni di falsi in una sola settimana. E quando scatta, il farmacista non sa se dispensare comunque il medicinale al paziente oppure considerarlo un prodotto contraffatto e segnalarlo.