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Assogenerici: fuori gli equivalenti dalla diretta e Pht unico in tutte le Regioni

19 Settembre 2018

Occorre arrivare a un unico elenco dei farmaci in distribuzione diretta e per conto, che superi le attuali disomogeneità regionali. E da tale lista vanno esclusi i medicinali “off patent” – cioè a brevetto scaduto – classificati in fascia A e normalmente impiegati nel setting dell’assistenza territoriale (come accade in Lombardia, ndr). E’ una delle richieste che Assogenerici, l’associazione di rappresentanza delle aziende di equivalenti, rivolge al Governo e al Tavolo per la governance farmaceutica del ministero della Salute in vista della Manovra di fine anno. La proposta, che sposa le rivendicazioni delle farmacie in materia di diretta, rientra in un elenco di nove “desiderata” che il presidente di Assogenerici, Enrique Häusermann (foto), ha consegnato ieri alla politica intervenendo all’Assemblea pubblica dell’associazione dei produttori. Diretta a parte, tra le richieste dei genericisti spiccano anche la revisione del pay back, l’obbligo (a carico delle aziende pubbliche) di riaprire le gare di acquisto all’ingresso sul mercato del primo equivalente, la compensazione trasversale tra i tetti di spesa (gli sfondamenti dell’ospedaliera, cioè, potranno essere coperti dagli avanzi della convenzionata) e l’abrogazione del patent linkage, per accorciare l’estensione della copertura brevettuale.

In cambio, Assogenerici mette sul piatto gli effetti virtuosi che gli equivalenti hanno esercitato e continueranno a esercitare sulla spesa farmaceutica: entro il 2023, ha ricordato Häusermann nella sua relazione, andranno in scadenza brevetti di farmaci che oggi fanno spendere al Ssn 3,1 miliardi di euro all’anno; nel triennio 2018-2020, l’ingresso sul mercato dei nuovi equivalenti assicurerà risparmi cumulati superiori a 800 milioni di euro. Tra i biologici, nel periodo 2018-2022 perderanno la protezione brevettuale sette molecole (adalimumab, trastuzumab, bevacizumab, insulina lispro, ranibizumab, teriparatide, pegfilgrastim), che oggi vantano un mercato di circa 1 miliardo di euro all’anno.

«La diminuzione della spesa farmaceutica» ha rimarcato Häusermann, riferendosi ovviamente alla convenzionata «si deve al fatto che la maggior parte dei farmaci utilizzati ogni giorno a carico del Ssn sono a brevetto scaduto. Ma occorrono scelte politiche adeguate, capaci di incoraggiare domanda e offerta: bisogna agire sia sui meccanismi della competizione – garantendo un rapido accesso al mercato – sia sulla comunicazione indirizzata a medici e pazienti».

Un messaggio che i rappresentanti di Governo e maggioranza presenti all’Assemblea hanno subito raccolto. «A volte» ha detto Pierpaolo Sileri, presidente della commissione Igiene e sanità di Palazzo Madama «il Servizio sanitario nazionale sembra un malato cronico. Siete dei partner essenziali da ascoltare e con cui iniziare un percorso, serve che il risparmio generato dal vostro comparto rimanga nelle disponibilità del Ssn, il cui budget è troppo basso e dovrebbe essere aumentato». «Puntiamo al taglio degli sprechi» ha detto all’Adnkronos Paola Taverna, M5S, vicepresidente del Senato «e anche nella farmaceutica ce ne sono. Vanno favoriti i generici, che possono contribuire a ridurre i costi della spesa sanitaria. Anche nella legge di Stabilità sono previste misure di contenimento, come il taglio dei ticket sull’assistenza farmaceutica». Dove per ticket, ancora una volta, si intende anche la compartecipazione pagata dagli assistiti per coprire la differenza tra equivalente dispensato e quota di rimborso: se n’è parlato, non a caso, nella tavola rotonda che ha chiuso l’Assemblea pubblica di Assogenerici: come mai, è la domanda spuntata nel giro degli interventi, gli italiani hanno speso nel 2017 più di un miliardo di euro e nei primi sei mesi del 2018 561 milioni per avere il branded al posto del generico? Per Andrea Mandelli, presidente della Fofi, e Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, farmacisti e medici non hanno colpe, semmai non si è fatto abbastanza sul fronte dell’educazione e dell’acculturamento dei pazienti.