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XIV Meridiano Sanità: gli italiani stanno bene ma il Ssn ha bisogno di risorse

13 Novembre 2019

Il riequilibrio dei tetti della spesa farmaceutica rimane uno degli interventi raccomandati dagli esperti per riformare la governance del farmaco. Lo conferma il convegno organizzato ieri a Roma per presentare il 14° rapporto Meridiano Sanità, la ricerca con cui The European House-Ambrosetti fotografa ogni anno salute degli italiani ed efficienza del Ssn. Il nostro paese, dice l’indagine, rimane ai primi posti in Europa per lo stato di salute dei propri cittadini, seconda soltanto alla Spagna. Il nostro Servizio sanitario invece non eccelle allo stesso modo, anzi si ferma a metà classifica per colpa di alcune inadeguatezze storiche: su tutte l’entità delle risorse economiche di cui usufruisce, troppo ridotte per consentirgli di preservare lo stato di salute di cui oggi godono gli italiani (in due anni, dal 2014 al 2016, abbiamo perso 2,5 anni vissuti in buona salute; la Svezia nello stesso periodo li ha aumentati di 11,7).

Sono dieci, dice in particolare il rapporto, le minacce che il Ssn si trova oggi ad affrontare: invecchiamento della popolazione (in 10 anni gli anziani non autosufficienti raddoppieranno); patologie croniche non trasmissibili (malattie cardiovascolari, diabete, tumori eccetera); fattori di rischio (stili di vita, tabagismo, alcol ecc.); esitazione vaccinale (non è stata raggiunta in Italia la soglia di immunità di gregge, fissata al 95%); l’antimicrobico resistenza (risultiamo tra i Paesi europei con i maggiori livelli di resistenza antibiotica: tra il 25% e il 50%); difficoltà di accesso all’innovazione, soprattutto per i tempi lunghi tra l’approvazione del farmaco e la prima vendita (13,4 mesi a fronte della media Ue di 11,4 mesi); disomogeneità regionali e carenza dei medici, provocata da una cattiva programmazione; infine la digitalizzazione e il cambiamento climatico.

Quali allora le risposte? «Dobbiamo costruire nuovi modelli assistenziali» ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera «che rifuggano “l’ospedalo-centrismo” e non ragionino per silos e compartimenti stagni». «Servono più investimenti in Sanità» è invece la riflessione di Valerio De Molli, managing partner e amministratore delegato di The European House-Ambrosetti «e occorre una maggiore stabilità sul lungo periodo del quadro regolatorio». «Urge un’alleanza di tutti i mondi della salute» ha aggiunto il ministro della Salute, Roberto Speranza «l’articolo 32 della Costituzione dev’essere il nostro faro perché colloca la salute tra i diritti fondamentali garantiti. Lavoreremo quindi mettendo al centro la salute e senza calare riforme dall’altro». Tra le altre proposte avanzate dagli esperti nel corso del convegno, un massiccio investimento sulla prevenzione, una nuova governance della spesa farmaceutica con rimodulazione dei tetti e l’adozione di modelli «value based».