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Computo fatturato Ssn: prime applicazioni a partire dalla dcr di gennaio

30 Gennaio 2019

In diverse Regioni le Asl potrebbero applicare già dalle dcr di gennaio i nuovi criteri di computo del fatturato Ssn introdotti dalla Legge di Bilancio. Con contraccolpi positivi o negativi sull’accesso alla scontistica agevolata da parte delle singole farmacie, a seconda delle modalità con cui i fatturati venivano in precedenza conteggiati. Di certo sarà una botta per le farmacie del Trentino, come ha ribadito il presidente di Federfarma provinciale, Paolo Betti, nella seduta del Consiglio delle Regioni che la settimana scorsa è tornata a parlare dell’argomento. «Per noi la disposizione è una botta devastante» spiega a FPress «perché qui facciamo parecchia integrativa, che arriva a incidere sui fatturati delle farmacie anche per più del 30%. In base ai nostri calcoli, l’inclusione nel computo di tale voce (assieme a dpc e ticket, come prevede la Legge di Bilancio, ndr) spingerebbe i fatturati di una ventina di farmacie oltre la soglia dei 450mila euro, privandole così dello sconto ridotto dell’1,5%».

Stessi scenari in Valle d’Aosta e in provincia di Bolzano: «Qua in certe farmacie l’integrativa può arrivare a coprire anche il 50% del fatturato» conferma il presidente dell’associazione titolari, Matteo Bonvicini «concordiamo sul fatto che a livello nazionale sia opportuno mantenere un minimo comun denominatore, ma bisognerebbe comunque lasciare un certo spazio di manovra a livello locale, in modo che vengano tutelate le aree più remote e disagiate. La nuova giunta si è insediata da pochi giorni, lavoreremo con lei per cercare di recuperare quanto perso sotto forma di incentivi o agevolazioni fiscali alle piccole farmacie».

L’ironia è che la norma sul fatturato Ssn rischia di essere recepita dalle Regioni in ordine sparso, cosa che vanificherebbe così lo sforzo livellatore della stessa disposizione: Veneto, Piemonte, Puglia e Umbria avrebbero già comunicato di voler applicare fin da subito le nuove modalità di computo; altre potrebbero farlo dal gennaio 2020 (quindi sui fatturati 2019), altre ancora potrebbero adeguare la scontistica nel corso dell’anno oppure a fine 2019, cumulativamente. «Quando un anno fa il ministero della Salute uscì con quel parere che escludeva dal computo del fatturato Ssn tutte le voci, dpc e integrativa comprese» spiega a FPress Paolo Furlanis, vicepresidente di Federfarma Friuli Venezia Giulia e responsabile regionale del Sunifar «nella dirigenza di Federfarma scattò una corsa forsennata per convincere le Regioni a recepire immediatamente l’intervento. Si arrivò a spronare le unioni regionali perché avviassero contenziosi legali a tappeto, un vero e proprio “armiamoci e partite”, e chi – come me – sosteneva che sarebbe stato utile fare prima qualche riflessione, magari dopo aver analizzato la situazione zona per zona, venne tacciato di comportamento antisindacale».

Ora, osserva Furlanis, di tutta quella mobilitazione non è rimasta più traccia. «Nell’ultima seduta del Consiglio delle Regioni non si è visto nessuno del consiglio di presidenza, fatta eccezione per il segretario che doveva stare lì per Statuto. Sarebbe stato opportuno averli, perché spiegassero e si ragionasse tutti assieme: era stato promesso che si sarebbe cercato di rattoppare nel decreto semplificazioni, al momento non ce n’è traccia. Troppo facile farti vedere alla guida della nave quando il vento soffia in poppa e startene invece in cabina quando il mare è in burrasca. Federfarma era una famiglia in cui si ascoltava il parere di tutti perché tutti siamo sulla stessa barca, oggi sembra che non sia più così».

Tra le voci critiche anche Alfredo Orlandi, segretario di Federfarma Abruzzo: «Su tutta la questione del fatturato Ssn» dice a FPress «i vertici di Federfarma sono stati a dir poco opachi: prima hanno spinto le unioni regionali ad aprire contenziosi perché venisse applicato il parere del ministero della Salute senza però dare conto di tutta la documentazione esistente, poi hanno fatto retromarcia e accettato senza colpo ferire una disposizione che non solo rinnega quel parere, ma crea disparità tra le farmacie. E si continua a rifiutare una serie discussione sul tema, perché ancora non risultano convocazioni dell’assemblea che più sarebbe titolata a farlo, quella del Sunifar».