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Convenzione: Venturi vuole ripartire da zero, ma c’è la questione tempi

14 Maggio 2019

E’ opportuno un aggiornamento dell’Atto di indirizzo con cui le Regioni hanno dato il via al confronto sulla nuova convenzione tra Sisac e farmacie del territorio. Lo ha detto Sergio Venturi, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna e presidente del Comitato di settore (che gestisce i rinnovi di contratti e convenzioni del comparto pubblico per conto della Conferenza delle Regioni) intervenendo al convegno organizzato venerdì scorso da Assofarm a Ferrara per parlare di passato e futuro delle farmacie comunali. «L’atto di indirizzo attuale» ha detto in particolare Venturi «fu predisposto nel 2016 quando alla presidenza del comitato di settore c’era Massimo Garavaglia (oggi sottosegretario all’Economia, ndr). E’ opportuno, quindi, procedere a una revisione che tenga conto di funzioni e ruoli da assegnare alle farmacie come parte importante del Ssn. E, quindi, arrivare quanto prima al rinnovo della Convenzione».

L’offerta di Venturi ha subito raccolto l’appoggio dei sindacati che rappresentano le farmacie del territorio: «Cogliamo immediatamente il suo invito» ha commentato il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi «nei prossimi giorni avvieremo una stretta collaborazione con Federfarma per lavorare insieme a una proposta di nuovo atto di indirizzo». «E’ un’apertura molto importante» ha aggiunto Marco Cossolo, presidente di Federfarma, in una dichiarazione a Filodiretto, l’house organ della Federazione «ci metteremo al lavoro con Assofarm già questa settimana per mandare la proposta di modifica dell’atto di indirizzo».

Se i due sindacati hanno subito colto al volo l’offerta di Venturi è per le implicazioni che tale proposta comporta: la riscrittura dell’atto d’indirizzo, infatti, obbligherà la Sisac a cestinare la bozza di convenzione che era stata presentata a Federfarma e Assofarm nel luglio dell’anno scorso e che le due organizzazioni trovarono subito deludente. Perché non metteva sul piatto neanche un euro per la farmacia dei servizi ma anzi poneva requisiti strutturali insostenibili per le piccole farmacie, non tentava alcuna armonizzazione della distribuzione diretta-dpc, rivedeva in senso nettamente peggiorativo (per le farmacie) le regole su commissioni farmaceutiche e sull’acconto d’inizio anno.

Dopo l’incontro di luglio Sisac e sindacati non si videro più, ma la controbozza predisposta a settembre da Assofarm e Federfarma (e mai discussa con la controparte) fece capire a tutti che le distanze erano troppo grandi. Ora, la proposta di Venturi di riscrivere l’atto d’indirizzo sembra riaprire i giochi: la Sisac dovrà scrivere una nuova bozza di convenzione e se le indicazioni provenienti dal Comitato di settore recupereranno le riflessioni formulate dall’assessore emiliano al convegno di Assofarm – la distribuzione diretta va riportata alla sua funzione originaria, collegata alla dimissione ospedaliera e alla dispensazione di farmaci del tutto particolari – la trattativa per la nuova convenzione ripartirà con bel altro piede.

Rimane da valutare la questione tempi: Venturi ha detto di voler arrivare al rinnovo «quanto prima», ma la riscrittura dell’atto d’indirizzo obbligherà a ricominciare daccapo l’intera procedura; la Conferenza delle Regioni dovrà dare mandato al Comitato di settore, questo a sua volta proporrà una bozza di Atto d’indirizzo che dovrà essere approvata dai governatori e quindi inviata ai Ministeri competenti per le verifiche di rito (sulle coperture economiche), quindi la bozza tornerà al Comitato di settore che la licenzierà e trasmetterà alla Sisac, perché elabori la bozza di piattaforma con cui si aprirà il negoziato.

E’ un percorso che le farmacie hanno già vissuto sulla propria pelle due volte: il primo atto d’indirizzo per il rinnovo della convenzione tra Ssn e farmacie venne licenziato dal Comitato di settore delle Regioni (allora presieduto dal ligure Claudio Montaldo) nel luglio 2016, ma alla Sisac non arrivò mai perché il Mef lo respinse. Per la riscrittura si dovette aspettare quasi un anno: il nuovo atto d’indirizzo venne approvato dal Comitato di settore (con Garavaglia alla presidenza) nel marzo 2017 e venne trasmesso alla Sisac (dopo il via libera del governo) nel luglio successivo. La Sisac convocò i sindacati ai primi di settembre per l’apertura del negoziato e -come detto – presentò la prima bozza di convenzione l’anno dopo, nel luglio 2018.

Venturi ora promette tempi contenuti, ma rispettare l’impegno non dipenderà soltanto da lui. Vediamo intanto se riuscirà a rendere operativo l’accordo sulla dpc dell’Emilia Romagna firmato a marzo già dal prossimo mese, come ha detto a Ferrara: per riuscirci, ha un po’ più di quattro settimane di tempo per stipulare con Federfarma e Assofarm le intese attuative, che devono definire le linee guida della dispensazione: si partirà con i malati di bpco e ogni paziente dovrà selezionare una farmacia di fiducia, «presso la quale dovranno avvenire sia l’erogazione di tutte le terapie sia le attività di formazione/informazione legate al corretto utilizzo dei farmaci prescritti». Va definito il come, ma andranno anche concordati i «nuovi modelli assistenziali» che accompagneranno la distribuzione a pacchetti e comprenderanno l’aderenza terapeutica, la ricognizione farmacologica, la farmacovigilanza, la validazione dei piani terapeutici e il recapito a domicilio dei farmaci. Parecchio, da pattuire in un mese circa.