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Farmacisti-grossisti, da sentenza Cds quali effetti su contingentati

28 Settembre 2018

 

Una sentenza che fa chiarezza e dà ragione al lavoro portato avanti da Aifa e filiera del farmaco al tavolo sulle carenze. E’ il commento con cui Agenzia e mondo della distribuzione farmaceutica accolgono il recente intervento del Consiglio di Stato che impone ai farmacisti-grossisti l’uso di due diversi codici per l’acquisto delle merci destinate a farmacia e azienda distributrice. «Siamo di fronte a una sentenza molto importante» commenta a FPress Domenico Di Giorgio, responsabile dell’Ufficio qualità dei prodotti dell’Aifa «perché si propone come un riferimento importante per Regioni e Asl nel loro lavoro di vigilanza. Questa decisione, inoltre, conferma la correttezza dell’indirizzo che abbiamo individuato e portato avanti in questi anni anche grazie al protocollo d’intesa su carenze e parallel trade firmato con le sigle della filiera».

Soddisfazione anche dalle associazioni dei distributori. «E’ una sentenza che senz’altro aiuta a fare chiarezza e per questo accogliamo con piacere» commenta il presidente di Adf, Mauro Giombini «auspicheremmo che questo intervento rappresentasse una svolta positiva anche per il problema dei contingentati, ossia dei farmaci che l’industria fornisce con il contagocce proprio per frenare il fenomeno dei farmacisti-grossisti». Stesso auspicio anche da Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi: «Con questa sentenza» dice a Fpress «dovrebbe finalmente cadere l’alibi con cui alcuni produttori contingentano le forniture per sottrarre i loro farmaci al parallel trade. Vedremo, in ogni caso l’intervento del Consiglio di Stato è un importante passo avanti: con l’obligo di usare due codici univoci, il farmacista-grossista non potrà più passare farmaci dalla farmacia al deposito con il semplice ddt, dovrà produrre una fattura che attesti il passaggio e indicare un margine di cessione, perché la merce non può essere venduta a parità di acquisto».