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Il Ministero apre ai tamponi in farmacia, ma c’è un problema sicurezza

23 Ottobre 2020

Arriva il via libera del ministro della Salute, Roberto Speranza, al progetto trentino per lo screening in farmacia con tampone antigenico. «In alcune farmacie si fanno già i test sierologici» ha detto ieri in videoconferenza con le Regioni «proviamo a lanciare una sperimentazione sugli antigenici come sta facendo Trento». La campagna, ha spiegato successivamente il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, coinvolge al momento due farmacie ma l’intenzione è quella di estendere progressivamente lo screening agli altri esercizi. «Per effettuare i tamponi in farmacia serve l’infermiere» ha precisato Fugatti «e reperirli è difficile. Abbiamo quindi chiesto al Ministero di autorizzare la formazione dei farmacisti affinché siano poi loro a effettuarli. Speranza ci ha risposto positivamente, saremo quindi i primi in Italia ad avviare questo percorso. Attendiamo l’atto ufficiale per procedere».

Saranno della partita anche i medici di famiglia: lunedì, secondo quanto riferisce il Sole 24 Ore, Regioni e sindacati della mg si incontreranno per trovare l’accordo sull’atto d’indirizzo approvato l’altra settimana dal Comitato di settore per la diagnostica negli studi dei mmg. L’adesione dei medici allo screening sarà volontario e la partecipazione comporterà compensi che verranno inseriti nel contratto nazionale di catgoria.

L’obiettivo, come ha spiegato lo stesso Speranza, è quello di mettere assieme un numero di operatori adeguato rispetto alle forniture di tamponi che dovrebbe assicurare il Commissario per l’emergenza covid, Domenico Arcuri (a breve sarebbe in arrivo un ordine per 10 milioni di pezzi, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera). Al momento però i progetti del Ministero divide i sindacati della medicina generale: la Fimmg ha già dato il proprio assenso, lo Snami invece si è espresso nettamente contro. «Il sequenziale accesso negli studi medici, con unico percorso, di pazienti spesso anziani, fragili e con pluripatologie e pazienti che devono effettuare un tampone, quindi ad alto rischio di infezione, sarebbe deleterio» osserva in una nota diffusa nei giorni scorsi Angelo Testa, presidente dello Snami «immaginiamo dopo un caso positivo il condominio in agitazione, la sanificazione delle scale, dell’ascensore e degli studi stessi». Al massimo, osserva Testa, potranno aderire quei pochi medici (il 5% al massimo) che dispongono di «locali dedicati,anche forniti dall’Asl, percorsi separati, personale addestrato e una logistica adeguata per evitare i contagi e lavorare in massima sicurezza». Ma, avverte, «dovranno essere i tavoli sindacali istituzionali, opportunamente convocati, a considerare le singole situazioni sulla base di protocolli condivisi».

Le preoccupazioni dello Snami non sono lontane da quelle di Federfarma Piemonte, che la settimana scorsa aveva proposto alla Regione di autorizzare le farmacie a effettuare prelievi con tamponi ma al domicilio dell’assistito, con personale infermieristico reclutato dalla farmacia stessa (idea poi recepita nella delibera di giunta che martedì ha dato il via allo screening antigenico). Stesso discorso a Trento, dove l’associazione titolari provinciale ha optato per il modello drive in: il paziente prenota e poi si presenta in macchina davanti alla farmacia dove un infermiere applica il tampone.

Anche Federfarma nazionale lascia trapelare qualche cautela nella dichiarazione con cui ieri ha dato riscontro all’annuncio del ministro Speranza: «Siamo pronti fin da subito ad avviare un confronto con le autorità sanitarie» ha detto il presidente Cossolo «per definire un protocollo che consenta di svolgere tale attività in farmacia nella massima sicurezza dei cittadini e dei farmacisti». Perché un conto è il test sierologico, che può essere effettuato al riparo di uno schermo in plexiglass, un altro il tampone rinofaringeo, che obbliga a stare a pochi centimetri dal paziente. Guarda caso, soltanto l’altro ieri Fp-Cgil ha denunciato «crescenti contagi» nei laboratori che assicurano i prelievi.