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Manovra, dalla commissione Bilancio tetto del 49% al capitale

5 Dicembre 2018

Sorpresa dal voto con cui, questa notte, la commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera alla Manovra per il 2018. Nel testo, che approda all’aula di Montecitorio per il primo passaggio dell’iter legislativo, riesce a trovare posto l’emendamento Trizzino (M5S), che riserva ai soli farmacisti iscritti all’albo almeno il 51% delle quote e dei diritti di voto nelle società proprietarie di farmacie. Per governo e maggioranza è un netto mutamento di rotta rispetto a un giorno fa soltanto: martedì infatti la relatrice del disegno di legge, Silvana Andreina Comaroli (Lega), aveva invitato i firmatari a ritirare la proposta, salvo poi fare dietrofront in serata e recuperarla (con il sostegno del Movimento 5 Stelle e di Fdi).

Da quanto riporta sul sito della Camera l’elenco degli emendamenti approvati, ottiene il via libera della Commissione anche la proposta del Governo che detta analiticamente le voci da computare nel fatturato Ssn (e cancella lo sconto dell’1,5% per le farmacie sotto i 150mila euro). Ora la parola passa all’aula di Montecitorio, dove resta aperta l’ipotesi di un intervento del Governo con maxiemendamento e voto di fiducia.

Il testo Trizzino, che recupera richieste già avanzate dalla professione quando la Legge 124/2017 sulla concorrenza era nel cantiere parlamentare, impone un tetto del 49% alla partecipazione dei non farmacisti alla titolarità delle farmacie e detta alle società di capitale tempi serrati per l’adeguamento: sei mesi in regime ordinario (quando mutamenti negli assetti azionari determinano un abbassamento nella soglia di legge) e 36 mesi dall’entrata in vigore della Manovra per i gruppi che attualmente già detengono farmacie di proprietà.

Tra questi le tre società che ieri, in un comunicato stampa, si sono rivolte al premier Giuseppe Conte e ai vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, perché respingano la proposta. «L’emendamento» si legge nella nota, firmata da Dr.Max, Lloyds Farmacia e Hippocrates «costituirebbe un passo indietro fondamentale rispetto all’evoluzione del settore delle libere farmacie creando al contempo una grave incertezza del quadro normativo tale da minare la capacità di stimolare e attrarre investimenti anche in altri settori».