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Rete delle reti, ora la gamba della pharmaceutical care è quella che traina

24 Aprile 2018

Continuano a cambiare tempi e programmi attorno al cantiere della Rete delle reti, l’ambizioso progetto di Federfarma per attrezzare la farmacia indipendente e renderla competitiva nella sfida incombente con il capitale. Chi pensava che a Cosmofarma sarebbero stati forniti resoconti sui lavori in corso è rimasto deluso: nei tre giorni della manifestazione fieristica, la Federazione non ha approfittato di alcuno degli eventi di sua pertinenza per rilasciare alla platea dei farmacisti flash o aggiornamenti sull’avanzamento dei lavori. Eppure soltanto a marzo – in un incontro ad Ancona con i farmacisti marchigiani – il presidente di Federfarma Marco Cossolo aveva promesso che il sipario sarebbe stato alzato entro giugno. E pochi giorni fa, in una riunione del Pgeu, il tesoriere di Federfarma Roberto Tobia aveva detto che il progetto sarebbe stato presentato all’Assemblea nazionale della Federazione entro fine aprile. Ma a oggi non risultano convocazioni.

Gli ultimi aggiornamenti sul cantiere, così, rimangono quelli forniti a fine marzo in un incontro con le imprese della distribuzione controllate dai farmacisti e nell’ultima seduta del Consiglio delle regioni, l’assemblea federale del sindacato. Dove Sandro Castaldo, docente di marketing all’università Bocconi di Milano e partner di Focus Management (la società di consulenze cui Federfarma e Federfarma Servizi si sono affidate per costruire il progetto) ha presentato i risultati della ricerca sulle farmacie condotta nei mesi precedenti e ha anticipato i punti chiave del piano, a partire dalla “super-centrale” che dovrebbe prendere in carico i contratti di acquisto delle cooperative.

Che cosa sta succedendo allora? Secondo quanto risulta a FPress, le evidenze emerse in queste due riunioni avrebbero convinto a rivedere il programma di lavoro e modificarne tempi e priorità. E se finora il progetto si reggeva su due gambe che avrebbero dovuto procedere all’unisono – quella commerciale, comprendente una “super-centrale di acquisto” per categorie di prodotto, attività di sell-out condivise e insegna unica; e quella professionale, imperniata sui servizi di pharmaceutical care e sulla standardizzazione dei protocolli – ora invece sarebbe quest’ultima gamba a stare davanti, mentre sulla seconda sarebbe stato deciso un supplemento di riflessione.

I motivi sarebbero assieme tattici e politici. Quelli tattici sono legati alla sperimentazione della farmacia dei servizi, che pochi giorni fa ha ricevuto il placet condizionato della Conferenza delle Regioni. La speranza di Federfarma è che una buona fetta di governi regionali facciano velocemente partire progetti e programmi di pharmaceutical care, dunque diventa prioritario attrezzare le farmacie perché si presentino all’appuntamento preparate, in particolare sotto il profilo della standardizzazione (senza la quale sarà difficile raccogliere dati attendibili che siano di sostegno alla farmacia dei servizi).

Le ragioni politiche, invece, riguarderebbero principalmente i dubbi che ancora gravano sull’assetto della rete. La progettualità di Focus Management, in sintesi, non avrebbe fornito alle cooperative tutte le risposte che cercavano, a partire dalla centrale d’acquisto. Un tema delicato, perché oggi la farmadistribuzione riesce a portare a casa qualche utile proprio dalla negoziazione con i fornitori, non certo dai servizi di consegna. E poi ci sarebbe ancora da decidere il ruolo di Federfarmaco, che già è centrale di acquisto e dunque – dicono i suoi sostenitori – non c’è bisogno di crearne altre.

Di qui la scelta di mandare avanti la pharmaceutical care e procedere a qualche riflessione in più sulla Rete (commerciale) delle reti. I cui contenuti hanno suscitatoperplessità anche nel Consiglio delle Regioni: «Troppi punti ancora non chiariti» spiega a FPress Alfredo Orlandi, segretario di Federfarma Abruzzo «mancano del tutto condivisione delle informazioni e dibattito. Cossolo ha detto di voler partire da settembre con la raccolta delle deleghe tra le farmacie. Deleghe, a quanto si è capito, che coprirebbero una buona parte degli acquisti e contemplerebbero sanzioni severe per i titolari che non le rispettano. Ma non è ancora chiaro a chi andrebbero e nell’ambito di quale rete. Qualcuno ha detto che ogni farmacia può anche appartenere a più reti, ma allora che senso ha una delega forte?».