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Rev, articolo di Repubblica conferma fenomeno delle ricette pagate

9 Maggio 2019

In uno dei suoi ultimi comunicati sulla rev, il ministero della Salute l’aveva detto a chiare lettere: in media, la prescrizione di una ricetta dem non richiede al veterinario più di tre minuti da postazione fissa e due minuti tramite app, dunque il medico non dovrebbe avere motivo di farsi pagare la prestazione. E invece, a quanto pare, sarebbero in parecchi a farlo, a giudicare dalle segnalazioni che i farmacisti affidano ai social e a un articolo pubblicato stamattina dal quotidiano la Repubblica: le richieste, riferisce il servizio, vanno dai 5 ai 15 euro quando la prescrizione non segue una visita e se i proprietari di pet reclamano la giustificazione è proprio quella del tempo perso a compilare la ricetta telematicamente.

Secondo quanto raccontano al giornale alcuni medici, in particolare, la prescrizione digitale sarebbe più lunga rispetto al cartaceo perché la procedura è più rigida e le sanzioni in caso di errore sono pesanti, perché la banca dati cui si attinge nella compilazione riporta in elenco tutte le confezioni autorizzate e non soltanto quelle in commercio e infine perché internet non è sempre disponibile dappertutto. «Per prescrivere 20 vermifughi ad altrettanti cavalli» riferisce un medico «oggi devo trascrivere i codici dei microchip di ciascun animale».

Insoddisfatti anche i pazienti, che mal digeriscono l’incremento dei costi: già i farmaci per uso animale hanno prezzi spesso molto più alti dei corrispondenti per uso umano, ricorda qualcuno, ora ci tocca anche pagare per le ricette. Una pratica criticata anche dal presidente dell’Anmvi, Marco Melosi, che a Cosmofarma aveva sconsigliato ai suoi iscritti di tariffare le ricette. «Alcune farmacie associate» riferisce dal canto suo Annarosa Racca, presidente di Federfarma «ci riportano il caso di qualche veterinario che per alleviare il malcontento dei suoi clienti fa pagare la ricetta ma dispensa il farmaco magari con qualche sconto. E’ una pratica inaccettabile e stiamo lavorando di concerto con l’Amvi perché questi episodi non si ripetano».