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Sanofi sul Plaquenil: non c’è carenza, vanno però evitati gli accaparramenti

8 Aprile 2020

Non ci sono carenze ma episodi di accaparramento dietro ai problemi di reperibilità del Plaquenil, il farmaco di Sanofi a base di idrossiclorochina. E’ quanto fa sapere la stessa azienda produttrice in una nota diramata ieri, che colloca le indisponibilità nella filiera produttiva: le richieste, specifica il gruppo, risultano oggi quintuplicate rispetto al «consumo medio storico» e continuano a crescere.

Per tale motivo, l’azienda chiede la massima collaborazione a tutti i professionisti della sanità, affinché il farmaco venga utilizzato soltanto «nei casi in cui sia considerato essenziale, per garantire la continuità terapeutica» e si eviti «l’accaparramento in virtù del fatto che il medicinale è dispensabile solo su prescrizione medica». Al riguardo, la comunicazione di Sanofi ricorda ai medici che prescrivono Plaquenil per il trattamento di covid-19 «di trasmettere tempestivamente all’area pre-autorizzazione dell’Aifa i dati relativi ai pazienti trattati secondo le modalità indicate dall’Agenzia».

Le forniture necessarie al trattamento dei pazienti contagiati da coronavirus, prosegue l’azienda, «saranno disponibili nel canale ospedaliero e dispensate dalle farmacie ospedaliere come da determina Aifa del 17 marzo». Il provvedimento cui si riferisce Sanofi pone a carico del Ssn i medicinali a base di clorochina, idrossiclorochina, lopinavir/ritonavir, danuravir/cobicistat, darunavir e ritonavir, ma all’articolo 2 ne riserva la dispensazione alle farmacie ospedaliere, che dovranno «trasmettere tempestivamente all’area pre-autorizzazione dell’Aifa i dati relativi ai pazienti trattati».

Va detto peraltro che diverse Regioni hanno già provveduto ad autorizzare anche i medici di famiglia ad autorizzare la prescrizione off label (cioè per covid-19) dell’idrossiclorochina. Tra queste la Lombardia, che alcuni giorni fa è tornata sui propri passi e ha revocato il diniego espresso a fine marzo. Ieri poi si è aggiunta anche la Liguria, con una delibera che consente ai medici di famiglia di prescrivere il farmaco antimalarico ai pazienti in cura a casa (a recapitarlo saranno i team multidisciplinari istuiti dalla Regione per seguire i trattamenti domiciliari).