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Spesa farmaci, all’orizzonte i primi tagli per risparmiare sulla convenzionata

13 Febbraio 2019

Comincerebbero ormai a stagliarsi all’orizzonte i primi provvedimenti della manovra annunciata a dicembre dal ministro Grillo per ricavare dalla spesa farmaceutica due miliardi di risparmi. Ci penserà l’Aifa, che per iniziare si appresterebbe a spostare dalla distribuzione convenzionata alla diretta-dpc una buona fetta di farmaci per le malattie respiratorie, asma e Bpco in particolare. Così, le Regioni potrebbero cominciare ad acquistare mediante gare centralizzate al massimo ribasso, da cui risparmi che, secondo alcune fonti, si aggirerebbero sui 400-500 milioni di euro.

L’intervento – il primo di una serie – dovrebbe essere varato una volta approvate in via definitiva le linee guida per l’attività 2019 dell’Agenzia, che il Ministero aveva redatto a fine gennaio. Oggi il documento è all’esame della Conferenza delle Regioni per la ratifica e, come si ricorderà, tra le raccomandazioni impartite dalla Salute c’era quella di «rafforzare la possibilità di erogazione in distribuzione diretta o per conto, a seconda del modello organizzativo adottato dalle Regioni, congiuntamente a modalità di approvvigionamento più competitive dei farmaci stessi».

Stanno insomma venendo a galla i primi risultati di quella “saldatura” tra Ministero e Regioni in materia di spesa farmaceutica che nel luglio scorso aveva prodotto il tavolo tecnico sulla governance, il cui documento finale (presentato a dicembre) proponeva tra le altre cose il riordino del Prontuario e gare di acquisto per equivalenza terapeutica. Il puzzle, in altri termini, si sta ricomponendo e per farmacie e filiera la sfida ora è quella di convincere Governo e Regioni che preservare la sostenibilità della distribuzione farmaceutica diventa una priorità anche per il sistema.

In questo contesto, la riforma della remunerazione rappresenterebbe per Federfarma e Assofarm un passaggio obbligato, ma prima ancora di discutere sui modelli è cruciale recuperare lo spazio di concertazione che la mancata proroga dei termini fissati dalla legge 135/2012 ha fatto mancare. L’idea dei due sindacati di categoria, così, è di convincere Governo e Regioni a inserire nel nuovo Patto per la Salute 2019-2021 (che le parti dovrebbero cominciare a negoziare tra breve) una norma che sulla remunerazione riapra un tavolo di confronto. Un tavolo al quale le sigle della filiera possano sedere in posizione paritaria rispetto alla controparte pubblica, rappresentata magari non più dall’Aifa ma direttamente dalle Regioni e dai Ministeri competenti.

E’ in vista di questo eventuale tavolo, dunque, che le sigle della filiera stanno lavorando con l’obiettivo di arrivare a una proposta interamente condivisa. Nella riunione di giovedì scorso, particolarmente affollata, è stato dato incarico a Iqvia di approntare un rapporto dettagliato sulle dinamiche seguite dalla spesa farmaceutica negli ultimi anni, con approfondimenti su diretta-dpc per ogni Regione. Prossimo appuntamento entro metà marzo, per ragionare sui numeri e, magari, iniziare a discutere di modelli.