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Test rapidi, anche Piemonte ipotizza il ricorso alle farmacie

8 Settembre 2020

Oltre alla Lombardia, c’è anche il Piemonte tra le Regioni che stanno valutando l’eventualità di affidare alle farmacie la distribuzione dei test sierologici rapidi per il covid, come fatto a Bolzano. Lo ha detto ieri Luigi Icardi (foto), assessore alla Salute e coordinatore degli assessori alla sanità delle Regioni, in un intervento davanti alla quarta commissione Sanità del Consiglio regionale. «Abbiamo ripreso la preparazione della campagna per l’influenza stagionale» ha spiegato Icardi «con l’acquisto di 1,1 milioni di dosi, che potrebbero essere aumentate fino a un milione e mezzo. E intendiamo valutare la possibilità che le farmacie e una rete di strutture sul territorio possano attivarsi per effettuare i test sierologici rapidi e anche le vaccinazioni».

Intanto, in attesa che oggi a Roma il Ministero esponga a Federfarma, Assofarm e Fofi le soluzioni con cui assicurare la fornitura dei vaccini alle farmacie del territorio, anche la Fimmg esprime preoccupazione su approvvigionamento e disponibilità delle dosi. «Se l’offerta sarà minore della richiesta o si ritarderanno le disponibilità dei vaccini ai medici di famiglia rispetto alla consegna alle Asl» recita la mozione approvata sabato scorso, 5 settembre, dal Consiglio nazionale del «si vanificherà non solo lo sforzo comunicativo e organizzativo che i medici di medicina generale stanno già mettendo in opera, ma anche l’obiettivo principale della campagna di prevenzione».

Tale campagna, piuttosto, «rappresenta una funzione altamente qualificante ed è segno di una responsabilità anche sociale della medicina generale». Anche sui test sierologici rapidi la Fimmg è per il coinvolgimento dei mmg (al contrario dello Snami, che dice no alla somministrazione negli ambulatori): «La medicina generale non vuole tirarsi indietro rispetto alla necessaria evoluzione dell’assistenza territoriale, che non può che partire dai mmg e dagli investimenti nella diagnostica di primo livello e nella retribuzione connessa a organizzazione e produttività».

L’uscita della Fimmg non va però letta come una chiusura totale alle farmacie e alla loro partecipazione alla prossima campagna vaccinale. «Siamo favorevoli a una collaborazione tra mmg e farmacisti che può anche andare oltre la distribuzione dei vaccini ai medici» dichiara a FPress Silvestro Scotti, segretario generale del sindacato «non è però con le spallate legislative che si risolve la questione. Così si cerca soltanto di far passare visioni unilaterali che impediscono all’altra parte di dire la sua».

Per Scotti, invece, il dialogo tra medici e farmacisti va cercato nella cornice delle rispettive convenzioni. «C’è l’articolo 8 della 502/92» spiega «che sancisce la collaborazione interprofessionale tra le due categorie. I farmacisti chiedano alla Conferenza delle Regioni di emanare un atto d’indirizzo e apriamo un tavolo di confronto per definire assieme il ruolo delle farmacie». Un ruolo, continua il segretario generale della Fimmg, che potrebbe contemplare «il coordinamento dei medici di famiglia nell’ambito del bacino territoriale di ogni farmacia, in modo da assicurare la governance delle campagne e l’effettivo raggiungimento della popolazione target».