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Vaccinazioni, Fimmg: sì a collaborazione, no a banalizzazioni

30 Maggio 2020

L’unica convergenza realizzabile tra medici e farmacisti è quella di «una collaborazione che realizzi una vero “rilancio” del territorio, guardi alle esigenze essenziali di tutela della salute dei cittadini e valorizzi il potenziamento dei professionisti convenzionati». E’ quanto scrive Fimmg, il sindacato più rappresentativo del medici di famiglia, nel comunicato diffuso ieri per commentare l’approvazione alla Camera dell’ordine del giorno (scaturito da un emendamento dell’onorevole Alndrea Mandelli al decreto Liquidità) sulle vaccinazioni in farmacia e la successiva nota di Federfarma che invitava mmg e pediatri a un confronto.

Rispetto a quest’ultima apertura, Fimmg esprime «apprezzamento» ma avverte anche che «il processo vaccinale non debba e non possa essere banalizzato». Anzi, osserva il segretario nazionale Silvestro Scotti, «il processo va migliorato rispetto per esempio ai meccanismi di distribuzione, conservazione, prossimità e disponibilità del vaccino, alla sede di somministrazione, così come alla possibilità di domiciliare l’intervento vaccinale dei più fragili, prerogativa esclusiva della medicina di famiglia. Tutti questi passaggi influenzano i tempi di realizzazione della pratica vaccinale».

Le attuali procedure, osserva la Fimmg, portano infatti a una distorsione del sistema, per la quale le dosi vaccinali vengono consegnate ai medici di famiglia non prima di fine ottobre-inizi di novembre, riducendo i giorni utili per la somministrazione a non più di 30 – 40 se si escludono le festività. «Ecco perché Fimmg» osserva Scotti «ribadisce che è necessario rivedere i modelli organizzativi, consentendo ai medici di famiglia di reperire le dosi proprio in prossimità degli studi, e rivedere anche i metodi di conservazione come pure la gestione delle necessità vaccinali, in un rapporto in cui ogni professionista esprima le sue migliori qualità in termini di esperienza e competenza professionale, non in termini di competitività su ambiti di diversa competenza».

«Siamo sicuri» conclude Scotti «che il ministro della Salute porterà razionalità e senso agli impegni presi dal Governo, confrontandosi con gli attori coinvolti e con i fatti, certo non con le superficializzazioni di processi più complessi da cui deriva la tutela della salute dei cittadini».