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Farmacia dei servizi, Toscana fuori dalla sperimentazione

17 Aprile 2018

Torna nell’agenda della Conferenza Stato-Regioni la bozza di decreto che individua le nove amministrazioni regionali in cui andrà attuata la sperimentazione della farmacia dei servizi, così come vuole la Legge di Bilancio per il 2018. Il testo, all’ordine del giorno della seduta dell’8 marzo e poi rinviato, tornerà sul tavolo dei governatori giovedì prossimo, in una versione di poco differente dalla prima. E con la Toscana ancora fuori dal gruppo, nonostante in regione ci sia già in cantiere un promettente progetto sull’aderenza terapeutica. Questo almeno è ciò che si legge nella bozza di decreto anticipata ieri da RifDay, la newsletter dell’Ordine dei farmacisti di Roma: le Regioni “sperimentatrici” rimangono quelle designate nella prima versione – Piemonte, Lazio e Puglia da quest’anno; Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia dal 2019; Veneto, Umbria e Campania nel successivo – e l’unica novità che fa capolino dal testo è un passaggio all’articolo 2 con cui il Ministero precisa che la sperimentazione non servirà soltanto a verificare «le modalità organizzative» della farmacia dei servizi, ma anche «le ricadute in termini sanitari ed economici».

Sembra un passaggio cucito su misura proprio per il progetto toscano di cui si diceva, chiamato Adere: messo a punto dall’Asl Toscana Sud-Est con l’obiettivo di integrare farmacie, medici di famiglia e infermieri in una rete multidisciplinare per la continuità della presa in carico e il monitoraggio delle terapie, il progetto promette di fornire un responso inappellabile (con dati e rilevazioni incontrovertibili) sull’effettivo contributo della farmacia dei servizi al governo clinico del territorio. Questo, non a caso, è il motivo per cui Federfarma e Fofi hanno sposato e sostenuto Adere fin dai suoi primi passi. E hanno continuato a farlo nelle settimane scorse incontrando alcuni rappresentanti regionali e ministeriali, con l’obiettivo di convincerli a inserire la Toscana nella sperimentazione già da quest’anno (cioè nel primo terzetto).

La bozza di decreto che la Stato-Regioni dovrebbe esaminare il 19 aprile suonerebbe dunque come un no rispetto alle pressioni di sindacato e ordine, ma tra i partecipanti al progetto Adere c’è chi non vuole rinunciare all’ottimismo: la bozza di decreto, ricordano, l’ha scritta il Ministero, ma l’ultima parola spetta alle Regioni. E nelle settimane passate da questo fronte erano già arrivati diversi segnali che facevano ben sperare.

Se ne saprà di più giovedì, intanto nell’attesa potrebbe essere opportuno per Federfarma e Fofi adottare un profilo bassissimo. Questa sarebbe la linea raccomandata tra gli altri dall’ex dg dell’Aifa Nello Martini, che nel progetto Adere ricopre la carica di direttore scientifico: la decisione finale è delle Regioni e di nessun altro, andare a bussare ad altre porte per chiedere sostegno potrebbe indisporre ed essere interpretato come un tentativo di aggiramento. E non ne verrebbe niente di buono.