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Spesa farmaci, Aifa: anche a luglio ricette e spesa in calo, ma non dappertutto

12 Dicembre 2020

Nei primi sette mesi dell’anno, il totale delle ricette Ssn spedite dalle farmacie del territorio per i farmaci della distribuzione convenzionata mostra un calo del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. E’ una delle evidenze provenienti dal report pubblicato ieri dall’Aifa, che aggiorna a luglio i dati relativi alla spesa farmaceutica pubblica. I numeri, in particolare, dicono che anche dopo la prima ondata (il lockdown venne revocato il 18 maggio) i medici hanno continuato a prescrivere molto meno di prima: a giugno le ricette sono calate del 6,3% rispetto allo stesso mese dell’anno prima, a luglio del 6,7%. E non è vero che si sono prescritti più farmaci: in media, dice l’Aifa, nei primi sette mesi dell’anno si contano 1,9 confezioni a ricetta, esattamente lo stesso rapporto del 2019.

 

 

La forte contrazione delle prescrizioni si riflette sull’andamento della spesa convenzionata, che nel periodo gennaio-luglio mantiene una perdita del 3% sul 2019 (più di 140 milioni di euro in meno). A livello regionale però si riscontra ancora una volta una forte differenza negli scostamenti: in Marche e Piemonte la contrazione arriva addirittura al -6,4 e -5,9% rispettivamente, nella provincia autonoma di Bolzano, Lombardia e Sardegna si registra addirittura un incremento più o meno consistente.

 

 

Sul proprio tetto di spesa, la convenzionata mantiene così un avanzo che sui sette mesi arriva a 775 milioni di euro. Anche in questo caso però le differenze locali sono consistenti: chi fa peggio – dalla prospettiva delle farmacie – sono la Provincia autonoma di Bolzano e la Regione Emilia Romagna, che spendono per la convenzionata soltanto il 4,75 e il 5,31% del Fondo sanitario (quando il tetto è al 7,96%); chi fa meglio invece sono Lombardia e Campania, che utilizzano quasi interamente il proprio budget ma senza sforare (7,80 e 7,67%).

 

 

Ancora una volta emerge evidente, quindi, l’effetto perverso che scaturirebbe dal riequilibrio dei tetti proposto dalla Legge di bilancio per il 2021: abbassare al 7,30% la convenzionata, significherebbe privare gli assistiti di un buon numero di regioni del farmaco pronto e disponibile nella farmacia sotto casa, per costringerli invece ad andare a ritirarli in Asl e ospedali. Ma non è così che si mette il paziente al centro.