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A Bologna commissione mista medici-farmacisti su problemi interprofessionali

5 Aprile 2018

Un bell’esempio di collaborazione preventiva tra due professioni che operano nello stesso “setting” assistenziale e aspirano a ruoli complementari in attività come la presa in carico del cronico e il monitoraggio dell’aderenza terapeutica. Accade a Bologna, dove Ordine provinciale dei farmacisti e Ordine dei medici hanno insediato una commissione mista che dovrà analizzare casi e rischi di embricazione tra le due professioni, per consentire ai consigli direttivi dei due albi di preservare sinergie e competenze reciproche. «E’ un’idea che è nata da contatti e colloqui occasionali» spiega a FPress il presidente dell’Ordine dei farmacisti bolognesi, Paolo Manfredi «l’idea della commissione mista è piaciuta e l’abbiamo velocemente realizzata. Per ora però siamo solo all’insediamento, la prima riunione del gruppo di lavoro dovrebbe tenersi nei prossimi giorni».

Tra i temi all’interno del suo perimetro d’analisi anche la distribuzione diretta, in particolare le pressioni che diversi medici riceverebbero dalle Asl perché mandino i pazienti nelle farmacie ospedaliere o distrettuali. «La commissione raccoglierà eventuali segnalazioni e valuterà i singoli casi» conferma il presidente dell’Ordine dei medici, Giancarlo Pizza «dovessero essere confermati interverremo perché patti e accordi vengano rispettati. La nostra preoccupazione è che nell’alternativa diretta-dpc, all’assistito sia sempre garantito il percorso di accesso al farmaco più comodo».

In sostanza la commissione mista (dieci componenti, cinque medici e cinque farmacisti) non si sostituirà ai direttivi e agli organismi di vigilanza dei due ordini, ma effettuerà ricognizioni e valutazioni sulle tematiche che interessano trasversalmente le due professioni. «Interverrà laddove si presentassero dei problemi e ne metterà a fuoco natura e caratteristiche» conclude Manfredi «per poi riferire ai singoli consigli».